Il mio oggi

Ne ho fatti tanti di salti nel buio nella mia vita. A volte sono caduta su soffici 
nuvole ovattate: spesso sono piombata nel vuoto, inghiottita dal nulla. Troppe volte 
sono riemersa dalla penombra acciaccata e delusa. Molte sono le reliquie che ho 
raccolto sui fondali e tante le margherite che ho sfogliato durante i miei lunghi 
pellegrinaggi! Per nutrirmi mi sono spesso affidata alla generosità della natura: 
talvolta florida, spesso ingenerosa. Continuo ancora ad arrampicarmi sulle montagne, 
ma ora più che mai, ho la necessità di volgere lo sguardo un po' verso me stessa. 

Non che prima non lo avessi fatto s'intende. La verità è che solo ora, ho cominciato 
ad avere  maggiore cautela nei miei riguardi. Mi tratto con la medesima delicatezza, 
che si usa, quando si maneggia il cristallo. Mi sono resa conto di non poter più 
indossare i tacchi alti e solo ora, mi accorgo che con le mie scarpette basse, tutto 
sommato, cammino pure meglio. Quando mi capita di farmi male e se le ferite non 
bruciano troppo, mi medico da sola con qualche piccola benda e quelle che una volta 
mi parevano grosse cicatrici, ora mi sembrano solo graffi! Come cambia la prospettiva 
man mano che si va avanti con gli anni! È un po' come vedere un bel panorama da 
lontano. Ti pare di tenerlo chiuso nel palmo della mano, ma è solo toccandolo da 
vicino, che riesci a scorgerne tutti i particolari. Quando entri in intimità con i 
luoghi e con le cose, ti accorgi che quello che ti pareva brutto, in realtà non lo
è per niente. Da giovane, mi fiondavo su tutte le banalità possibili: leggevo di 
corsa le cose più serie, come se si trattasse solo dei sottotitoli di un film. 

Un tempo facevo scorpacciate di tutto quello che mi capitava a tiro, anche se alla 
fine mi rimaneva ben poco di quello che raccoglievo. È come se, entrando in un bel 
campo di ciliegi, desiderosa di prendere una grossa quantità di frutta, te ne 
riempissi troppo le mani e gran parte di essa, finisse poi con lo scivolarti dalle 
mani. Ora non raccolgo più fiori: mi limito a guardarli. Noto l'ape che si posa su 
una rosa, un'ombra scura che copre qualche ramo e spero che il sole compia presto il 
suo giro, solo per la gioia di vedere illuminato tutto il resto. Osservo da vicino 
le cose, perchè ho tanto bisogno di arricchire il mio corredo di emozioni. Spero che 
mi facciano compagnia quando non avrò più voglia di addentrarmi nelle mie grandi 
o modeste tempeste. Ogni giorno raccolgo qualche sassolino colorato, una conchiglia 
in riva al mare, un rametto rosso che mi pare corallo e tante altre meraviglie. 

Svuoto le mie tasche di ingombrante vento e ci infilo dentro tutto quello che mi 
occorre. Una volta giunta a casa, riguardo tutto, con gli stessi occhi di quando ero 
bambina. Del rametto ne faccio un fermaglio, nelle conchiglie ci ascolto il mare e 
poi mi metto ad osservare le mille sfumature di qualche sassolino colorato. 
Guardandomi attorno, noto cose che avevo davanti agli occhi, ma che non vedevo. 
Eppure erano lì ferme, a malapena coperte da un sottile strato di polvere. Un piccolo 
ragnetto guida, mi porta verso una statuina di gesso dimenticata. Sotto una piccola 
ragnatela, riscopro una ballerina col vestitino rosa. È strano che non mi fossi mai 
accorta del suo tutù rosa: avrei giurato che fosse azzurro! Ora più che mai, ho 
bisogno di riscoprire tante cose, che nella fretta avevo trascurato. Con gli anni 
però sono diventata furba! Ora indosso un bel paio di occhiali e ad esser sincera, 
devo ammettere che si, ora vedo molto, ma molto meglio di allora!
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