Icone di cemento

(Infante Maria Teresa)


Inutili lacrime di cielo
sui nostri tetti sporchi, su ciminiere avide
su prati spogli e tristi
su un ciclamino affranto e un girasole stanco,
sopra foreste spente
e fuochi che deturpano la dea da venerare.
E sopra i fianchi increduli ,franano membra a valle,
arbusti erti e fieri piegati dal potere cedono le radici.

Inutili lacrime di cielo
su fiumi col colletto a spasso per il centro
e sugli alvei nudi tra la campagna spoglia,
sul ghiaccio intimidito da una carezza calda
che scioglie il suo rossore e dona l acqua al mare.
Su oceani che di sale hanno soltanto il pianto,
sporcati dal dio nero che non conosce altare.
Sull’alba che si affanna in cerca di un respiro
e di una bolla d’aria sfuggita alla battaglia.

Inutili lacrime di cielo
Sopra lo sguardo attonito dei nostri figli scalzi,
sopra la cecità del daltonismo atavico
che non sa mescolare il bianco, il nero e il giallo.
Sopra un futuro opaco starato da un abbaglio,
in bilico sul filo dei nostri errori in rosso,
sull’anima svenduta per una suite e un palco.
Su chi vende sermoni e non si sveste al mondo
e dell’anello al dito ne fa lasciapassare.

Inutili lacrime di cielo
diventano tempesta riflesse in questo specchio..
per chi non vuol vedere
per chi non vuol capire
oppure sa, ma tace,
e si cosparge il capo di incenso e di cemento
e piega i suoi ginocchi davanti a un portafoglio
di pelle e di sudore di tutti i suoi fratelli.