Al lago
Tacito se ne stà tra le colline e il mare, quando i motori e l'uomo, silenti stanno per pioggia e vento, è uno specchio, riflette il cielo notte e giorno, spesso la luna si guarda in esso rischiara l'acqua, regna il silenzio tra queste canne che lo proteggono, ne mostrano tratti a chi veloce va per queste vie, solo le anitre come donnine ben truccate e pronte, a giorno fatto mostrano le loro piume, a chi le osserva e pensa, fan le padrone le signorine e che bagnetti, tranquille vanno con la prole in fila, fan lunghi giri intorno, come una scolaresca seguono la maestra e mai nessun si perde tra quelle canne, sembra un trenino, segue un binario, di tanto in tanto la sosta fà, per poi riprendere tutti in fila, il solito percorso di quella vita ancora sana, che forse l'uomo ha trascurato e un giorno la cercherà, sarà come trovare un ago in un pagliaio e solo allora, forse lo stolto capirà, ciò che ha lasciato e trascurato per troppo tempo pensando ad altro, mentre io oggi son fortunato, posso godere di questo paesaggio e di chi ancora libero, vola e vive in esso.
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