Al lago

Tacito
se ne stà
tra le colline
e il mare,
quando i motori
e l'uomo,
silenti stanno
per pioggia e vento,
è uno specchio,
riflette il cielo
notte e giorno,
spesso la luna
si guarda in esso
rischiara l'acqua,
regna il silenzio
tra queste canne
che lo proteggono,
ne mostrano tratti
a chi veloce va
per queste vie,
solo le anitre
come donnine
ben truccate
e pronte,
a giorno fatto
mostrano le loro piume,
a chi le osserva
e pensa,
fan le padrone
le signorine
e che bagnetti,
tranquille vanno
con la prole in fila,
fan lunghi giri intorno,
come una scolaresca
seguono la maestra
e mai nessun si perde
tra quelle canne,
sembra un trenino,
segue un binario,
di tanto in tanto
la sosta fà,
per poi riprendere
tutti in fila,
il solito percorso
di quella vita
ancora sana,
che forse l'uomo
ha trascurato
e un giorno
la cercherà,
sarà come trovare
un ago in un pagliaio
e solo allora,
forse lo stolto capirà,
ciò che ha lasciato
e trascurato
per troppo tempo
pensando ad altro,
mentre io oggi
son fortunato,
posso godere
di questo paesaggio
e di chi ancora libero,
vola e vive in esso.
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