Fame

Una freccia
senza indicazione,
un neon,
un disco impallidito,
spazio consumato
mentre ne scopro ancora,
intatto.

Delle mie fiere strade
tu la più matta
tu quella vera
ed acerba.

La mia penna
senza orologio
e la mia anima verde
a farsi compagnia.

Una caffettiera
scontata
fedele
eppure inusuale.

I giorni
della vita
appesi
ad un dipinto
vasto
ancora da finire,
ad una foto tremula
ancora da scattare.

Immensi
tratti di luce
nelle nostre ombre
inquiete,
mai fisse.

Sono onde che bruciano
caprifoglio nudo
spuma rossa
che si attorciglia
inchiostro di velluto
i miei capelli senza te.

Bevo vino nero
perché ho fame.
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