Fame
Una freccia senza indicazione, un neon, un disco impallidito, spazio consumato mentre ne scopro ancora, intatto. Delle mie fiere strade tu la più matta tu quella vera ed acerba. La mia penna senza orologio e la mia anima verde a farsi compagnia. Una caffettiera scontata fedele eppure inusuale. I giorni della vita appesi ad un dipinto vasto ancora da finire, ad una foto tremula ancora da scattare. Immensi tratti di luce nelle nostre ombre inquiete, mai fisse. Sono onde che bruciano caprifoglio nudo spuma rossa che si attorciglia inchiostro di velluto i miei capelli senza te. Bevo vino nero perché ho fame.
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