Al di là del mare
Vorrei andare di là del mare senza casa e senza meta. Una sera colma di voci, in cui l'essere umano si scontra conl'ora. Da una parte un brivido dell'anima e capisco che la calma è perduta. Soffro per l'ansia di abbandonare tutto quanto amai, sofferenza di non poter essere, consapevolezza di non poter convivere. Un pianto goccia a goccia mi accarezza, quasi dolce; un malessere d'anima allaga il mio cuore. Ti persi...non ti ebbi più. L'ora è forse felice per il mio dolore, un ricordo falso e vano, e la notte di questa aspirazione non ha mattino. Non volere richiede tanta volontà. E' felice chi esce trionfante da se stesso. Riesce a cogliere il fiore di non dare nè appartenere. E mentre riesce a riconoscere un certo amore, vede, mentre l'ombra gli sorride, nelle sue mani appassire l'inutile fiore. Ora la notte scenderà tranquilla, lampade spente...quiete assoluta. Il nulla è nulla. Io sono nulla. La notte scende nella calma del giorno che muore, io fermo e impietrito, ascolto le stelle e vivo uno scenario di finzione. Forse il Reale è solo scena.
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