Assenzio

Io, aquila al suo cielo
regina dell'aria,
sul filo sottile
di lama,
l'anima volgo
all'incauto pensiero,
blocco le trame
dei sogni irriverenti,
li sigillo
tra gli sguardi inventati
fra rocce e torrenti
di acqua chiara
per richiamar la mente.
Tempo
che si disperde
che fluttua adesso,
vorrei fermare l'istante
delle lacrime morenti.
Volo disperato
tra meraviglie mai nate,
dove i silenzi
accrescono l'assenzio
tra mani chiuse
e labbra deluse.
Mi affaccio all'orizzonte
per asciugar la pioggia
che incessante batte
su un cuor
non ancor disfatto!
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27-10-2014 Redazione Oceano Alla libertà d’un volo d’assolo, la fantasia si desta al pretesto del luogo.
Tempo, ellissi d’una parola che conserva in sé, ferite e cicatrici per un’anima non ancora libera nel suo cielo.
E la pioggia scruta tra fessure asciutte.

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Pubblicata il 24-10-2014

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