Il cappello di Panama immaginario
Devo trovare un significato a tante cose, tiro giù il mio panama immaginario nascondo gli occhi al sole, non devono brillare le mie lacrime. Si resta sospesi, tra la paura che l'inverno non finisca mai e il desiderio della primavera, io la sto ancora aspettando nonostante tutto. Danzano i versi che nascono dal cuore come le gemme di primavera, scivolano sul pianoforte della vita danzando tra i tasti bianchi e neri, rubano un po’ di colore all'anima. Stasera il poeta è stanco le sue mani non raccolgono versi, non danno vita a un anonimo foglio bianco, il poeta li lascia andare, lascia che si mescolino nel pensiero di una sera qualunque, un po’ uggiosa, un po’ spenta, mentre aspetta che qualcuno torni a sedersi accanto a lui, quando il mare mette il vestito della festa parla al cielo e tutto sembra leggero. La rosa magica resta lontana trafitta dal raggio di sole non riesce ad accarezzare il cuore che vibra dal freddo delle carezze mancate. Il poeta è l’uomo, abbassa il suo panama immaginario resta in silenzio, non ha te questa notte, resta come il guardiano del faro che vive d’attesa vivendo, attento al mare in tempesta vigile sul giorno che sarà, certo che qualcosa cambia sempre.
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