Vita mia
Mi bruciasti tra i roventi abbracci dei fatui amanti, cingendomi il collo con rosse ghirlande sfiorite nella sola notte e per correrti incontro, sbucciai le ginocchia sul selciato che pensavo pianeggiante. Vita mia. Lungo la via dei cipressi imparai la tua fine, nel punto in cui, marmorea, accompagnasti i miei cari e sotto l’ombra del mio salice, munsi solitudine lasciandoti il bivacco in lontane praterie, là, dove il sole era alto. Si può morire di dolore Vita mia che un dì, preparasti rose in mazzo al bianco cavaliere, da portarmi in dono nell’alba calda di un grande amore. Dispettosa, crudele, amata Vita mia.
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