Dimmelo tu

Dimmelo tu com’è
cingere il collo
con la vanità di una collana, 
a me che non indosso il bello,
né la vanità, né la sottana. 
Dimmelo tu com’è
il vento tra i capelli,
a me che un velo triste li nasconde,
sentirlo tra le onde
dei ricci che non sciolgo sulle spalle
e com’è il sole sulla pelle,
a me che mi denudo
al chiarore delle stelle.
Dimmelo tu com’è
andare in bicicletta,
a me che mi è negato pedalare,
camminare è ciò che mi spetta, 
senza dire e fare, né sognare. 
Dimmelo tu com’è
mostrare il tuo sorriso,
a me che la mia gabbia
di ordito e trama
con rabbia rinchiude
la speranza sul mio viso.
Ho solo gli occhi da mostrare,
i miei begli occhi scuri
anche loro ingabbiati
dentro veli neri.
Veli di oppressione,
d’ingiustizia,
di remissione.
I miei occhi non possono vedere!
Dimmelo tu che puoi guardarmi
come posso vedere
se non posso alzarli.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
16-06-2013 Terenzi Stefania Ancora grazie Redazione per accogliere sempre con attenzione, anche le opere che socialmente, si possono definire "le piaghe della società" anche se non di nostra appartenenza.
14-06-2013 Redazione Oceano Grido di sofferenza… intenso stupore nel guardare tutto quello che di bello traspare in te!