Inquietitudine
Ho domato il puledro selvaggio Libero sotto un cielo di una notte d'estate, respirava aria di salsedine galoppante su scoscesi tornanti a strapiombo sul mare S'impennava al fruscio di una foglia, nitriva alla luna calante si fermava ansante e furente scalpitado sui sassi taglienti L'ho imbrigliato e tradotto a sentieri assolati su stradine di sassi assemblati mulattiere di storia passata Il puledro procede ,cadenzato è il suo passo si abbevera all'acqua di sorgiva sorgente torna stanco alla stalla e al suo letto di paglia È al sicuro da incuria del vento ma ha negli occhi il colore del cielo d'inverno.
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07-10-2016 | Redazione Oceano | Il puledro potrebbe essere interpretato come l’ingenua libertà che diviene lontana quando ci si affaccia all’artificiosità del mondo. Così come quando il colore degli occhi del puledro diviene come cielo di inverno, per l’appunto evoca il ritorno alla realtà o meglio potrebbe riferirsi al trapasso dall’inconsapevolezza alla disillusione. |