Donna

(Violano Luigi)


Donna
Un tempo solo regina
delle mura domestiche,
sprovvista di diritti civili,
sottomessa all’uomo dittatore,
a labbra imbavagliate e spento cuore.
Sopportavi, ubbidiente, la pena
del suo fermo virile volere;
intorno scorrevano cruenti gli anni di piombo,
saliva alle narici l’odore asfissiante d’ossa putride.
Oggi sembra passata la monarchia mascolina
ma rimangono storia sempre viva,
nel tuo cuore d’umile sangue,
tafferugli e lotte tabacchine.
Tu, madre, moglie, signora in carriera
ben conosci i tuoi diritti
e dai forza alla voce per farli valere.
Appartieni alla classe operaia,
ma se vuoi puoi sedere al potere.
Metti mano al pensiero creativo
dando prova del tuo gran valore,
rendi oggetto l’idea del tuo genio d’autore.
Donna, leggi un po’ meglio, la storia si ripete.
Se volgi al presente la passata memoria
sei rimasta ancora manodopera sottocosto,
schiava affetta da crisi occupazionale.
Celata sotto fiumi di bandiere, tra morti bianche
e diritti sgozzati,
ancora si combatte la lotta di classi:
i poveri cadono in terra sconfitti
prima di fine mese, i ricchi, vincenti,
raccolgono il bottino sorridendo
e se ne vanno:
non hanno mai patito stenti e fame.