Piove

Un cielo opprimente. 
Coacervo di nubi obnubilanti il bagliore.
Volontà di fermarsi, immersi in un sonno visionario.

Immobile a fissare la pioggia che bagna, 
che invade il mio orto,
battendo la foglia, il vaso, il selciato.

Ascolta il rumore uggioso di un ticchettio
che nulla aggiunge alla nenia,
alla voglia di assentarsi dal nulla.

Di fuggire nel paese che non esiste.
Ma c’è se credi nella poesia,
se speri nella luce che risorge.

Un lampo, il rotolar di un tuono.
La pioggia rinforza e invade,
incapace di regimentare le fiabe.

Capacità negata dalla mancanza di energie,
bandolo interrotto al dialogar con le fate.
Forse bagna anche il cuore. Come solo la pioggia riesce.
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