Mattinata autunnale

Fuori l’aria ha il sapore del miele, dolce tepore, di un giorno nell’ordinario scorrere del tempo, di
questo novembre dai colori caratteristici della terra.
Il giallo, il rossiccio, il marrone bruciato, come su di una tavolozza di un’artista, rallegrano i piedi
di grandi e maestosi alberi, nudi, spogliati dal vestiario estivo, desiderano cambiare look, troppo vecchio
ormai!

Il rumore prodotto dallo sfregamento delle scarpe al suolo, è come un accartocciare di voluminosi fogli
di giornali, pagine nuove rigide. Quasi con pena osservo i frammenti di queste splendide foglie, ormai
ammassi, cumuli, preda del vento e della pioggia. Tutto ciò mi fa pensare a chi eravamo, splendenti,
incontrastati padroni nell’essere, menti e corpi ben oleati, macchine perfette, consapevoli dei limiti 
desiderosi di raggiungere mete più ambite, chi saremo, quando ormai, il tempo biologico ci ricorderà limiti,
le condizioni fisiche in declino, l’usura sarà in ogni parte del corpo, temo quella mentale, forse non
più autonomi, costretti a soggiacere alla forza della natura, come foglie dell’albero, in balia del corso
eterno della vita, a terra, a volte calpestati, a volte in disparte, in cumuli risparmiati, soli.

Il ciclo continua, la natura si rigenera, dall’autunno, attraverso l’inverno si giungerà alla rinascita,
a nuove vite, noi, ci troviamo sballottati in questo percorso, ed è in questo lungo tracciato che l’agire
dev’essere razionale, che i semi nella primavera di vita, dovranno germogliare e dare frutti. L’agire in
funzione del momento, la creazione per il progresso, l’arte per la vita, per i posteri. 

I figli, il rinnovamento, al pari delle foglie nuove. Noi saremo gli alberi vecchi dell’autunno imminente,
dai rami spogli, forse non più protesi nell’annullamento di se stessi, i figli, foglie nuove, semi in
crescita, nuove stagioni rifiorenti. In questa giornata autunnale, osservo il cielo, le nubi coprono la
vista dell’oltre, un lieve venticello alita sugli alberi, clemente, i profumi si spargono, cerco di
afferrarli, ma non si può imbrigliare ciò che è astratto, solamente goderne. Adesso sorseggio, con calma
e piacere indescrivibile, questi attimi di respiro, un battito di ciglia... Tutto fugace.


data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)