Eco di un addio

La mia mano scivola - ancora -
                                 nelle tue.

Briciole di pane speziato
e frammenti di silenzio,
tra i cieli di un calice bianco.

Non fummo l’acqua  del tempo 
e nemmeno il sale di luna che, 
per gioco, ci piovve addosso.

Guance inciampate sulla sera,
nel tiepido castigo della noia 
di parole riciclate, per peccato.

Un soffio di voci ci volò intorno,
e bevemmo sorsi d’occhi,
dalle schegge degli specchi.

Curvai, sotto la linea del seno,
con stomaco insonne,
nell’eco di un addio,

un dolore, lenito 
da chimere, in cui credere,
giuramento di carezze,
                  che non rassicura.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
16-04-2015 Mutarelli Alessandra Un'eco che si allunga fino a svanire...
15-04-2015 Redazione Oceano Immagini forti, passaggi di parole che premono nelle emozioni facendole arrivare alle percezioni più intense che il verso può donare.
Non è facile dire dell’ultimo sorriso, dell’ultima chimera diventato sogno del passato; la magia della poesia posa lieve raccogliendo amarezze, sospiri e silenzi che con umiltà invadono sino a diventare l’anima del verso che giunge intensa fino a noi.