Dal mio libro di narrativa "Pensieri, poesie e realtà"

...L’acqua, l’aria, il fuoco, la terra: i quattro elementi che giustificano il divenire del mondo e la 
cui combinazione o divisione generano le cose della nostra esperienza con un processo continuo 
inarrestabile. La realtà delle nostre esperienze è sottoposta a continue trasformazioni e nulla rimane
identico a sé stesso. Tutte le forze che operano nei quattro elementi di volta in volta unendoli o 
separandoli, sono L’Odio e l’Amore, concepite non come mitiche rappresentazioni, ma come due forze 
insite nella realtà. C’è anche chi ha affermato che “…la realtà è un numero…” forse per la 
constatazione che intendere le cose equivale a numerarle e a misurarle.
“Gli esseri umani portano maschere indecifrabili: quelle che loro stessi si attribuiscono.” 

Come vede il mondo un cavallo? O un’aquila, un capriolo o un cane? Quale sistemazione ci permette di 
collocare in un ideale paesaggio degli animali che appartengono al nostro sguardo invece di immedesimarci 
nell’animo di un animale per comprenderne la visione delle cose? Osservare il mondo per captare il cielo, 
la luce e il tempo…spiare gli effetti della luce tramonto dopo tramonto!
Ci sono persone che trascorrono il tempo in perfetta immobilità senza muovere un solo muscolo e allora ci 
si chiede se non hanno per caso una diversa concezione del tempo…forse per loro questo trascorre più 
lentamente, o magari a sbalzi invece che in maniera lineare. Bisogna ascoltare quieti ciò che ci sussurra 
il passato con le sue verità così fugaci eppure fragili. Qualunque opinione preconcetta farebbe svanire 
tutto e determinare fragori assordanti nei giudizi. In questo passato dove forse mi devo ancora spiegare 
come tanti fatti talmente ovvi siano accaduti. Forse dovrei cogliervi ancora qualcosa che allora non c’era…
oppure, come le cose imparate da bambina, ne avrei avuto talmente paura da temerne il fallimento; anche 
allora pensavo che avrei mancato a tutti gli impegni che mi era ripromessa, ma forse anche perché non 
avrei ritenuto d’aver trovato soluzioni di cui andarne fiera. Così ho vissuto parte della vita come una 
donna oppressa e poi esultante dopo tante false speranze; infine quella disperata con un fardello ancora 
più pesante. Con il mio maledetto orgoglio (che  già è di per sé un peccato) percepivo che non volevo 
essere quella che falliva, anche se questo avrebbe significato ingannare soprattutto me stessa. Forse non 
ero abbastanza intelligente o la più generosa o la più forte: tutto richiedeva un enorme sforzo. Adesso 
penso che potrebbe essere che ero una depressa cronica e che, come i bravi psichiatri che spesso lo sono, 
avevo sempre qualche paziente cui aggrapparmi per la mia vita. Come i terroristi che una volta vinta la 
causa, devono combattere su altri fronti, altrimenti se ciò non avviene avrebbero tradito la causa quando 
questa sarebbe divenuta realtà… anche come i Santi che hanno sempre le loro “isole di disperazione”.  
Questo proprio non lo credo! Queste persone depresse che soltanto se perseguono uno scopo o un lavoro 
impegnativo possono sopravvivere. Forse non riuscivo a giudicare la realtà con esattezza ed interpretavo 
tutto al peggio? Avevo sempre bisogno di traguardi da raggiungere o imprese da compiere…apparivo tutta 
energia …in realtà sfuggivo alla vita! Quando con la logica mi sono ritrovata con le spalle al muro, 
ho visto tutte le mie costruzioni distrutte dalla verità, dal realismo della brutale verità. In tutta 
la vita mi sono detta “evita e ci arriverai alle risposte” e non “cerca e troverai le risposte”. 

Tutti abbiamo qualcosa che amiamo credere ci renda più inclini al bene che non altri… perché dovremmo 
essere migliori di quello che siamo.
“Iniziamo a morire quando diventiamo indifferenti per le cose che contano”. Adesso conosco un buon 
progetto di vita, un buon modo di vivere fatto di comprensione e perdono e una tremenda quantità 
di buon senso anche se purtroppo questo lo capisco soltanto adesso.  Siamo tutti un’interruzione del 
nulla o veniamo da qualcosa e andiamo verso qualcosa? ...segue...
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13-05-2015 Redazione Oceano Un monologo che scava tra varie pieghe di sé, alternando realtà, tempi e modi, introducendo una sua logica e preparandosi al dopo.
Ogni ciclo è il ripetersi vitale, cambiano le persone e i luoghi, ma ciò che siamo e saremo è la sostanza che cambia e cambierà un ciclo destinato a infrangersi al tempo: gli elementi vitali, alleati o nemici, il bene e il male a guardarsi e noi a porci come causa ed effetto!
I pensieri e la poesia nella realtà possono innalzare e superare il credo di chi crede!