Nei suoi panni
Hai mai provato a sentire sulla pelle le notti fredde senza guardar le stelle? Hai mai provato a sentire fino in fondo il buio denso che ingoia anche le ombre ed il calore che non ti scalda dentro? Prova un po' per una volta sola a essere donna sdraiata sul coraggio, prova tu cosa vuol dir morire poi nel sole cucire il tuo sorriso, occhiali scuri spavaldi ed irridenti perché l'orgoglio non te lo porti a spasso. Ed ogni giorno con la tua gonna nuova rimetti in gioco il rimmel col rossetto, un merletto sul cuore per effetto non basta a dare l'immagine allo specchio che dei tuoi battiti non ti rimanda l'eco. Vorrei provare a stare nei tuoi panni mescolarmi al tuo profumo acre e all'aroma amaro del caffè che bevi senza sentirne la carezza. Vorrei provare a cosa può servire sentirsi dio senza nessun potere, di un gradino farne l'altare sterile che non incensa e non onora i giorni, e sulla scala con i sermoni in bilico vorrei parlare di ciò che non comprendi. Ma vedi solo l'immagine allo specchio, e una curva o gambe con la griffe la sola mensa per i tuoi occhi ciechi. Sarebbe semplice, non sono mai cambiata: rimango isola e baia sconosciuta per chi di un cuore pensa che sia sottana che può sfilare, poi buttar su un letto e il giorno dopo te la ricompra nuova.
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16-01-2016 | Redazione Oceano | Melodia senza fine che approda e affonda nell’assolo del silenzio, solitudine senza eco, squarcio del riflesso senza sfondo. E nell’anima perduta, nelle segrete del coraggio, nella forza mantenuta indenne sui gradini delle ombre, resta un infinito perché cieco a chi dell’apparenza cuce il senso e il suo esser pago. |