Una giornata fra bisticci e pasticci fra gli Dei

Quel giorno gli Dei dovevano aver bisticciato tra di loro e dovevano trovare qualcuno sulla terra per 
potersi scaricare. Scelsero così Ambra, probabilmente perché era una ragazza un po’ imbranata e 
sensibile.

La mattina appena alzata bevve il suo caffè prima di andare in Ufficio; era un rito quello, anche se
vissuto in maniera molto veloce, e quella mattina la velocità fu superiore, infatti tutta la macchinetta
del caffè si rovesciò dentro il lavandino, perfettamente pulito; così Ambra fece a meno del suo solito
caffè e preferì pulire il lavabo.

Appena scesa di casa trovò la sua macchina leggermente diversa. Il nervoso dato dalla fretta, si impadronì
di lei e le ci vollero cinque minuti buoni per capire che tutte e quattro le ruote della sua utilitaria
erano state tagliate ... Prima di farsi venire un attacco isterico, preferì abbandonare la sua macchina
e prendere un autobus che la portasse in Ufficio, tanto aveva deciso di prendersi un pomeriggiovdi ferie.

Chiaramente in Ufficio arrivò in leggero ritardo e, prima che si potesse giustificare, notò subito il viso
crucciato del Capo, non per il ritardo, pensò, poiché non era sua abitudine la non puntualità, ma, purtroppo,
quando aveva quello sguardo, era perché c’era stata bufera con il figlio maggiore... Provò timidamente,
dopo il “buon giorno” educato, a chiedere il pomeriggio di ferie e si sentì rispondere in maniera piuttosto
sgarbata: “Un’altra volta. Oggi non è proprio il caso .....” Un’altra volta! Ma lei ne aveva bisogno quel
pomeriggio! A parte la macchina da sistemare, aveva deciso di andare dal parrucchiere e in più il giorno
precedente aveva bisticciato, non si ricordava neanche il perché, con Luca il suo ragazzo. Certo questo era
un rapporto fatto di litigi, di abbracci, di baci, di gite in bicicletta dove ognuno dei due si mandava per
conto proprio. Però valeva la pena recuperare quel rapporto, almeno così le sembrava.

Il Capo, quella mattina, la schiavizzò e la torturò quasi da decidere il licenziamento, ma forse era lei
che in quella giornata riusciva ad ingigantire tutto! Comunque anche il pomeriggio finì ed Ambra si ritrovò
fuori dall’Ufficio in un pomeriggio caldo afoso e con un cielo grigio che non prometteva niente di buono,
oltretutto era uscita anche senza ombrello!

Fece un grosso respiro e pensò di affrontare per prima cosa il problema con Luca, magari telefonando. Le
rispose la segreteria telefonica; incredibile quanto siano antipatiche queste diavolerie moderne in certe
occasioni! Allora pensò a come fare per sistemare la sua macchina, ma un gocciolone le bagnò quasi con
violenza un occhio, tanto che cercando alla meglio di tamponarlo, le sue mani si macchiarono di mascara e
pensò che il suo viso, oltre ad essere stanco, doveva anche essere sporco di mascara colato, cosa insoppor-
tabile per lei così precisa ed impeccabile.

Ora gli Dei si dovevano essere presi a secchiate: mentre i comuni mortali si dibattevano nel loro quotidiano.
Loro giocavano, ignari dei problemi di quelli del piano di sotto. Ambra cercò di avvicinarsi alla pensilina
per prendere l’autobus, che l’avrebbe portata a casa, da lì avrebbe chiamato di nuovo Luca, quando una mac-
china si fermò quasi inchiodata davanti ai suoi piedi. Non ebbe neanche il tempo di riflettere, perché dal
finestrino fece capolino la testa ricciuta di Gianni, che la invitò ad entrare dentro.

Gianni era un amico del suo ambiente di lavoro, personaggio che lei conosceva, ma che non vedeva quasi mai,
a parte le telefonate che di tanto in tanto le faceva per gli aggiornamenti di lavoro. Persona educata,
piacevole, ma niente altro.
Parlando del più e del meno, non si rese conto neanche lei di dove si trovasse: non era nei paraggi di casa
sua; era dentro una comoda macchina, al riparo dall’acqua, e conversava piacevolmente con una persona che 
orse osservava bene per la prima volta e di cui avvertiva un buon profumo di pulito. Pensò alla propria
faccia, non doveva essere proprio un capolavoro con quel mascara mescolato alla pioggia e strusciato in
seguito con un fazzoletto, ma sinceramente ciò non le importava un gran che, tanto non doveva fare colpo
su nessuno e Luca chissà dov’era ....... Gianni si fermò davanti ad un portone piuttosto grande, le disse
che era casa sua e le chiese di entrare per una tazza di caffè, o per cenare, tanto aveva fatto riforni-
mento nel frigo! Ambra si ritrovò con le chiavi del portone in mano, mentre Gianni cercava nei paraggi
un parcheggio.

Si ritrovarono in casa. C’era il caos di un uomo che vive da solo, ma stranamente ad Ambra, così prolissa, 
on dette nessun fastidio, perché tutto era pulito, anche se in disordine. Prima che potesse andare avanti
con questa teoria, si trovò tra le braccia di Gianni e la cosa strana era che ci stava proprio bene!
La mattina si svegliò in un letto che non era il suo. Avvertiva un profumo di caffè, probabilmente Gianni
si stava dando da fare in cucina per preparare la colazione . Mentalmente prese visione della situazione:
quella notte doveva essere stata fra gli Dei! Gianni l’aveva portata, senza saperlo, in un’altra dimensione;
era stato tenero e delicato e allo stesso tempo l’aveva condotta in strade che non aveva mai percorso,
eppure non c’erano state parole d’amore, né promesse, ma aveva provato sensazioni forti e nuove; la sua
anima, come il suo corpo, erano stati liberi e spontanei, per la prima volta era riuscita a perdere quel
controllo mentale, che nelle esperienze passate, l’aveva resa quasi fredda e sempre padrona di sé stessa.
Aveva molte cose da fare in quella nuova giornata, oltre a bere il caffè ed osservare il volto sorridente
di Gianni; doveva definire il rapporto con Luca, doloroso, quanto necessario. Si girò dall’altra parte del
letto, socchiuse gli occhi, voleva dormire, avrebbe preso oggi quel famoso giorno di ferie; improvvisamente
sentì un corpo caldo vicino al suo ed un’estasi totale si impadronì di Ambra.

Ora Giove stava riposando, aveva avuto una giornata pesante, non era facile neanche per lui mettere i suoi
simili in buon accordo, ma era soddisfatto, li aveva calmati tutti e casualmente era riuscito a sollevare
da terra una creatura che inconsapevolmente non aveva mai volato. Aveva contribuito a farle vivere assieme
ad un suo simile sensazioni che a pochi mortali è dato conoscere.
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