Caruggio (Vicolo in genovese)
Umiltà e dignità per questi caruggi illuminati di remote memorie. Antichi sussurri sotto vecchi lampioni. Gradini di marmo affacciati su tutte le porte, quasi discreti…sedili in pietra scura lucidati dal tempo dove un vecchio senza età guarda al passar della gente. Nessuno può turbare i suoi ricordi e le carezze del vento insinuato nel suo caruggio… un sorriso al ricordo di un’onda più alta del mare che arriva improvvisa… L’ultimo compagno con calesse e cavallo a raccoglier stracci... Odore di minestrone, pesto e pesci fritti che salgono in cielo… Sguardo immobile al flusso di persone affaticate, arrossate dal sole impietoso con sgocciolanti gelati e bisunte focacce. Perso nei suoi sogni accarezza un gatto che s’avvicina e lì s’addormenta.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
07-11-2015 | Pomina Genoveffa |
Ringrazio la redazione ai commenti splendidi che fate ai miei scritti...riuscite a cogliere quello che non riesco sempre a dire e che forse rimane sospeso fra le righe...grazie di cuore Genoveffa Pomina |
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07-11-2015 | Redazione Oceano | Splendido è l’abbraccio, nei tuoi versi, tra il caruggio e il vecchio, come onda che nella vita trasporta i ricordi. Un movimento consueto, intinto d’esistenza concreta e, nell’andare, solchi di passi d’ “umiltà e dignità … illuminati di remote memorie”. I vicoli s’aprono a scrigni d’ usuali sapori, al raggio che irrompe sul viso e a quel vecchio che di tanto stringe intatto il pensiero, muovendo la tua penna a tratteggiare il dipinto reale di un viaggio che c’è. |