Come stai?
Si contorneranno gli occhi di sottili rughe… La bocca profonde pieghe scavate dal riso e dal pianto. Me ne andrò col corpo stanco e piegato quando perderò il conto del mio tempo… Il tuo…come stai?... sarà voce lontana di amore mai ricambiato nei solchi di vita degli ultimi anni. Indelebile lisa coperta cucita di fretta, dove ogni giorno cercavo colori per illuse speranze. E’ sera…una paffuta luna tinge d’argento e bacia l’aggrinzito mare… scaglie di luce per pensieri dal Nulla… mi fermo e li ascolto… inquieta dono loro un po’ del mio stanco tempo.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
24-11-2015 | Redazione Oceano | Nel dintorno che colora la sera, assetata di pensieri erranti, raccogli le ferite del corpo ormai in sosta. Il tempo reclama la fine e, dell’andare inerme degli ultimi istanti, non rimane che la vana illusione. |