Quiete, sempre... quiete

A volte penso che sarebbe
meraviglioso riuscire a
conquistare la quiete 
sufficiente a ritrovare quei
silenzi a me tanto cari.

Come un bambino che 
crede alle favole e alle fate
mi abbandonerei a leggeri
pensieri, aulici paesaggi,
al cospetto di alte cime.

In riva al mare vedrei lontano
passare navi, barche di 
pescatori e morirei d'invidia.
Mi ha sempre provocato
una sensazione strana.

Mi immedesimo in un 
naufrago, richiamo l'attenzione,
ma la nave passa senza
curarsi di me.
Mi prende una forte desolazione.
Mi sento abbandonato, capisco
che non interesso più.

Penso che dovrò morire su 
quel lembo di terra. 
Forse non ancora: passerà
un'altra nave. 
E' come nella vita: quante volte 
ci sentiamo abbandonati, 
non più cercati?

Spesso, direi, forse anche 
troppe volte.
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14-05-2013 Redazione Oceano Il silenzio e la quiete per dare tregua ai pensieri del quotidiano, per ritrovarsi in un mondo di bimbo dove tutto è facile e pieno di magia, ma, più verosimilmente, ritrovarsi nella situazione di un naufrago che tutti sembrano aver dimenticato. Densa di quella malinconica consapevolezza e solitudine che lasci spesso trasparire,