Appello

Sull'onda delle note di
"Casta Diva", non chiedo
e non distinguo.
Dimmi, o Diva, quale dio
ti ha creato? Forse quello
che odia il dio che creò
il mondo.

Rimango a misurare le
parole dette e attonito
ti osservo.
Dall'anima fuoriescono
veleni di ferite mai
rimarginate. E non lo sai.

Non vuoi saperlo.
Hai spogliato di propositi
la tua vita.
Ti sei vestita di perfezione,
di oggetti inutili, effimeri.
Hai creato barriere di filo
spinato attorno a te.

Hai rifiutato i baci delle ore,
i sorrisi dei giorni.
Hai scacciato la notte che 
desiderava riporti nelle tue
mani la luna, come fosse un
giglio. 

Il tuo Io, è stato sconvolto da
chissà quali sogni irrealizzabili,
desideri già naufragati.
Ti prego, torna in terra!
Io mi farò poeta dei tuoi aneliti,
la mia prosa scolpirà la tua
bellezza.

Non involarti su sentieri impervi,
senza meta.
A te sembreranno accessibili.
Purtroppo i tuoi occhi sono
pieni di miraggi annebbiati.
Non lasciare deserti prati e
giardini.

Non fare appassire le rose che
con tanto amore coltivasti.
Sfoglia semmai su di me i 
petali di quelle più belle!
Esse, ricorda o Diva, sono 
velocissime a morire...
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