Il vino è la poesia della terra

Quel biblico grappolo d’uva
maturato al sole
e saziato col meglio
della terra anche in serra,
quel contadino in bilico
sulla scala a vendemmiare
e d’acchito cantare,
quel torchio a spremere
gli acini voluttuosi  
di Venere,
quella ripiena botte
di frizzante elisir 
giorno e notte;

quella bottiglia colma
d’ebbrezza di Dioniso,
stappata non a caso
dalle Muse nel Parnaso,
quel bicchiere vuoto
ma saturo di pensieri
fino a ieri;
orbene, si riempia
per mescere il vino
in un canto “divino”
onde divenir poesia,  
per musici, lavoratori
e chicchessia.
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Pubblicata il 28-08-2019

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