La ballata dell'apprendista poeta
Vagamente malinconico sbircio tra le fessure di persiane pigre cercando la luce, conto i passi che portano alla felicità, sono quelli che mancano per raggiungerti. Annuso l'aria mentre il mare trattiene il respiro e il cielo nasconde le stelle. Quasi un’insana voglia di primavera questo mattino confuso senza luci rumori soffici come neve. Quasi un’insana voglia di primavera dopo il gelo, la paura per il canto arrabbiato della terra. Vagamente malinconico vesto pensieri indolenti d’indaco, a volte la realtà è un vestito che ti stringe un po' troppo ma tu continui a indossare perché ammalato di quella pigrizia che come nuvola abbraccia il sole quasi a soffocarlo. Abbiamo dormito abbracciati chiudendo la porta al tempo, le emozioni come ninfee, hanno danzato leggere in questa stanza senza soffitto quasi a voler portare il nostro canto d'amore oltre quella linea sottile tra la vita e l'infinito. Abbiamo dormito abbracciati, il tuo respiro ha cullato amorevolmente il mio sonno, mentre mille perché si sono persi nel respiro della luna. Il mestiere di vivere non s’impara sui libri ma facendosi male, trovando conforto nell'amore incondizionato che ti rende nudo per farti sentire la carezza della vita. Il giorno, come dovere, non aspetta, una nuova maschera da clown da indossare nessuno deve sapere della nostra felicità, non capirebbero l’ardire dell’amare oltre la banalità. Sarà dolce spogliarmi di questa meschinità che cerca di entrarti nell’ossa, sarà dolce vestirmi di te quando le stelle faranno luce sulla tua anima semplicemente incontrandosi. Vagamente malinconico capisco che è giunto il tempo di andare via, stringerti forte e camminare senza meta, seguendo la rotta di un cuore impavido. Non escludo il ritorno, forse qualcuno noterà l’assenza, pochi nella massa uniforme che vive senza pensieri. Io credo in te, tu in me, guarda un gabbiano attende di indicarci la rotta.
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28-02-2017 | Redazione Oceano | Quando la poesia abbraccia l’emozione, l’anima e l’infinito ogni parola ruberebbe distrattamente l’incanto: grazie! |