Indosso la tua pelle
Che strano questo aprile vestito d’estate, un po’ di malinconia graffia l’anima mentre sorseggio un caffè, sputo via una gomma che rotola piano, eppure l’eco sembra molto forte quasi a dar fastidio, quasi a voler togliere un certo torpore. Verrà un’altra notte, di tormento e pensieri, questi sono tempi aridi. Verrà la notte anche per i mercanti senza scrupoli, che barattano per 30 denari la propria anima. Verrà la notte per i saggi senza parole, abili adulatori che hanno il viso di Giano. Non si mercanteggiano emozioni per la propria gloria. Posso sembrarti sciocco, io che non danzo in metrica ma barcollo perché vivo a pelle il mio tempo. Ridi pure beffardo di me, io però di notte, ascolto la ninna nanna della luna, tu solo il brusio di una goccia che cade senza amore nel lavandino. Verrà la notte, aprirò il petto alla mia stella polare che adornata di polvere di stelle si imbelletta per abbracciarmi. La mia stella polare che sa sempre il cammino non si stanca di me, la stringo forte, a volta la vita fa paura. Indosso la tua pelle, faccio miei i tuoi occhi, torna la luce della speranza.
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