Possesso

Pezzi di vetri infranti sul cuore che sanguina, 
mentre la notte spegne il giorno. 
Avevi gli occhi di Cupido 
ali di nuvola sulla mia pelle. 
Poi giorno dopo giorno il tuo sguardo è mutato, 
ora mi ricordi Caronte. 
Sento freddo 
in queste sere anonime di novembre, 
mentre amore sfinisce 
dietro una semplice parola, 
POSSESSO. 
Mi regalavi petali di margherite, piccoli sussulti. 
Ora le tue mani di marmo 
non accarezzano più il viso, 
graffiano l’anima rigando la pelle. 
L’uomo si fa bestia, 
il respiro d’amore si fa grugnito, 
la danza della passione 
un movimento senza senso, senza pace. 
Era sera 
quando cercavo di usare le parole per capire 
era sera quando il luccichio di una lama 
ha messo tacere il mio cuore. 
Avevo solo voglia di amare, 
avevo solo voglia di sentirmi rispettata, 
non pensavo che il mio respiro diventasse notte
 e si perdesse nell’oblio 
di Caino che massacra Abele. 
Avevo solo voglia di amare e di sentirmi viva, 
e’ il male del nostro tempo si chiama POSSESSO.
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26-05-2014 Redazione Oceano Era felicità e si chiamava amore era possesso e si chiamava dolore. E’ la fine e si chiama morte!