La pioggia che viene lenta

Leggero nel piazzale
cammino assorto tra mille pensieri,
rumori d'oriente tra la frutta e la verdura.
Seguo il passo di un gabbiano 
che ha dimenticato il mare,
lo seguo con gli occhi e con il passo lento.
L'aurora dal suo vestito plumbeo spegne i lampioni, sembra ancora notte,
mentre un caldo insolito addormenta i sensi
che cercano la carezza di lenzuola tiepide
e sogni ancora da sognare.
Avrei tante cose da dire,
mille pensieri da liberare,
meglio tacere 
ascoltare la pioggia che viene lenta.
Dobbiamo imparare la leggerezza,
non analizzare il respiro della natura.
Mi fermo,
vedo scivolare le auto su strade bagnate,
scivola lento un senso di malinconia
in questi giorni 
che la memoria ricorda un dolore.
Guardiana del mio vivere sei stata,
guardiana dei miei pensieri, ora
ricordo ancora il cibo di ospedale che ti porgevo
quando i libri di scuola 
erano ancora semplici abbecedari.
Come vedi sono uomo,
un uomo con una donna 
con cui costruire il domani,
mille giorni da sognare e soffrire
mille giorni da vivere in una fiato,
la vita a volte non ha pietà.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
13-12-2014 Redazione Oceano Immergere gli occhi dentro versi che suscitano atmosfere reali, presenti al tatto e a l’olfatto. Guardare il passo del gabbiano, gustare in sinestesi le ultime tracce di buio in un’aurora che di silenzio si veste.
Ecco un bel quadro di malinconia e di ricordi dolci amari, ancora una volta immagini alla memoria struggenti intrisi di pianto e pena.
Un autore che racconta addolcito dagli anni, già uomo nel domani, con lo sguardo al passato di ieri fanciullo.