Candida Lilith

( Peccato invisibile
sulla pelle,
come questa terra,
come la noia,
come donna..,
legge della mia anima )

Aspetto il tuo passare di donna
con il cappello in mano e lo 
sguardo annegato in riflessioni
che riempiono le nostre rughe.

Tu sei la donna primordiale
la mia candida Lilith, il peccato
migliore prima di conoscerti,

il seno da dove ho succhiato il 
pieno respiro, il colostro che ha 
colmato il mio quotidiano vivere.

Una goccia del tuo sudore diventa
prima fonte viva e poi tormenta, sotto il 
segno breve di questa tranquilla dimora,

di colpo, la tua figura si avvinghia 
in un cammino di fogli scritti e poi 
si nasconde fra le parole naufraghe.

Sei una parte chiusa di me che
nasconde rottami lasciati dai
tanti limiti auto-traccianti e

col tuo occhio corporale rimani
lì a nutrirmi di argini rotti.

Vorrei stracciare questo strano
mondo fatto di catrame caldo sui
tetti e ti seguirei, per sentirti rubare.

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30-09-2013 Di Paola Claudio grazie
30-09-2013 Infante Maria Teresa Una lirica di profondo spessore, un ancestrale bisogno di riappropriarsi delle essenze e dei desideri primordiali che ci appartengono e che , essi solo sono capaci di nutrire la nostra interiorità… Lilith è stata tutto e niente, è stata buio e nebbie, ma è riuscita a rivendicare la sua identità per donarsi all’uomo, nella sua naturale fattezza .