Di tempi ormai perduti

Perdonami Padre
se non ho occhi che ridono,
se ho mani vuote
senza un dono degno
del nome che porti.

Altro non ho che un ceppo
consumato dagli anni,
che lento brucia
in questo silenzio
corroso dal freddo...

E mi commuovo al pianto
di tempi oramai perduti,
dove al calare inquietante del giorno
mi sento una foglia al vento,
abbandonata in un tempo
che non ha più tempo,
in istanti troppo distanti...

Perdonaci Padre,
per questa notte dimenticata,
dove tra le righe del dire,
dentro abbracci negati
anche il Natale s’è spento.
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