Non toccare la frutta acerba

Ero stanca e volevo solo dormire con la mia bambola. Ricordi? Tu me l'avevi regalata! Mi avevi detto, 
prendendomi in braccio come fanno tutti i papà, che volevi donare una figlioletta alla tua bambina. 
Io ero felice e stringevo forte al petto la mia piccola creatura, che aveva gli occhi grandi come i 
miei. Quegli occhi enormi che spiccano sui volti paffuti dei bambini.I piccoli hanno gli occhi così
immensi...! Si spalancano meravigliati sul mondo come fiammelle accese nel desiderio di immagazzinare 
mille e più emozioni. Col passare degli anni, gli occhi si rimpiccioliscono e si allarga il cuore, 
sede di ricordi e sentimenti. Il mio cuore è già enorme e gonfio, ma non per amore. I miei occhi sono 
gonfi di pianto e allargati, ma non di gioia e conoscenza. Sono a letto nella mia stanzetta e non 
riesco a dormire. Tu, mamma, non sei qui. Sei innamorata del tuo compagno e della tua camera dipinta 
di rosa. E' tutto troppo rosa dentro e fuori di te e tu non riesci a vedere le oscure ombre che stanno 
oltraggiando il tuo mondo fatto di tinte tenui e teneri colori. Io ho iniziato a piangere. Non verso 
lacrime capricciose; semplici e innocenti lacrime di bambini. Piango di paura e perplessità. Sono 
troppo piccola per capire un'infinità di cose. Dov'eri mamma, mentre il lupo cattivo era intento a 
cogliere un frutto troppo acerbo. Il sole era occupato a riscaldare la mela sul ramo che emozioni e 
calore avrebbero maturato. Col tempo sarebbe divenuta una frutta gustosa, e avrebbe perso quel sapore, 
agre e pungente, che solo le cose raccolte troppo in fretta hanno. Mamma tu non sai che, mentre sei 
fuori per lavoro, lui mi tocca e mi dice di stare buona e tranquilla, di non parlarne con te. 

Io voglio parlarti. Devo raccontarti che la mia amichetta di banco mi ha rubato il disegno che avevo 
fatto per la maestra. 

Devo farmi spiegare un'infinità di cose da te. Lo fanno sempre le bambine con le loro mamme. Perché 
non posso dirti che quando sei fuori, lui mi tocca e poi si fa accarezzare il sedere e in mezzo alle 
gambe. Perché non posso parlarti di quando lo sento arrivare e il cuore mi batte forte e la mia 
piccola bambola, mi scivola dalle mani. Lo sai mamma che, appena tu esci, lui è già lì? Viene da me, 
ma non mi rimbocca le coperte e non mi porge la bambola per farmi dormire tranquilla. Non mi bacia 
sulla fronte come solitamente fanno i papà. Voglio dirti, mamma, che quando mi ritraggo, lui mi 
sorride promettendomi in regalo una bambola più bella. Improvvisamente si apre la porta d'ingresso. 

Sta accadendo ora. Mi hai ascoltato mamma. Mi divincolo dalla sua morsa e a piedi nudi percorro il 
corridoio per venirti incontro. "Mamma!" è l' unica parola che riesco a pronunciare, e intanto tremo. 
Forse ho freddo, oppure ho paura. Non lo so. Capisco solo che ti ringrazio per essere lì con me e in 
quel momento. Il tuo volto, interdetto e stanco, coniuga mille espressioni e intanto un uomo, il tuo 
uomo, appare come un orco uscito da un incubo. Improvvisamente, tutto il rosa di cui andavi fiera si 
tinge di tinte scure. Osservi stupita, colui che amavi definire il tuo leale compagno. Dinanzi a te, 
un essere spregevole e disgustoso si espande miseramente, fino ad esplodere in un mare di infinito e 
miserabile sudiciume. 
Sono trascorsi diversi anni da allora, ma ancora rammento la faccia del mostro, quando con i suoi 
bagagli, si allontanava da noi, portando con sé le nostre speranze calpestate e i tuoi sogni, andati 
miseramente in frantumi. Un pesante macigno. Ricordo di un passato da cancellare. Basterà seppellire 
stupore, paura e tanto infinito disgusto? Non lo sappiamo. Intanto seguitiamo a camminare...
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
11-10-2016 Redazione Oceano Le tue parole sono arma da taglio che dovrebbero fendere l’orribilità di una vita spesa divincolandosi dalle macerie dell’infanzia. Le tue parole sono la morsa del presente, la tagliola del passato, la paura che geme nel futuro quando tesa nella tua esistenza cerchi invano quella parte di te morta eppure ancora totalmente viva da morire ancora per ogni attimo all’infinito. Dovrebbero spiegarsi in volo le ali innocenti, abbracciare la fiducia, slegarsi in immensi sorrisi eppure è tutto lì: battiti negati per l’eternità.