Lettera per un figlio

Tu germoglio ed io serra madre. Ti espandi nel tuo provvisorio nido e manine, piedini e genitali, 
cominciano ad assumere forme dai contorni ben definiti. Ti nutri di me. Pensi, cammini, ridi con me 
e piangi le mie lacrime. Ammiriamo con emozione albe e tramonti e ci piace l'odore del pane appena 
sfornato. Adoriamo tutto ciò che è caldo. A volte ci avvolgiamo infreddoliti in enormi coperte 
metaforiche, dando vita ad immense e soleggiate distese di verde. Voliamo su campi fioriti e enormi 
girasoli volgendo lo sguardo verso di noi, ci sorridono compiaciuti. Corriamo gioiosi fra caprioli, 
gazzelle, fino a cadere stremati su biondi giacigli di paglia che ci avvolgono in morbidi abbracci. 

Divoriamo tanti dolci che ci fanno prendere peso, ma a noi non importa perché dopo un'abbuffata 
siamo più contenti. Durante questo meraviglioso viaggio condividiamo sentimenti, paure, ansie, 
emozioni. Siamo una bella coppia noi due. Questo stato di grazia di cui la natura mi ha fatto dono, 
ha amplificato le mie percezioni. Nulla è come prima. Sorrido, piango e sento sapori e odori mai 
avvertiti in precedenza. Questi sensi risvegliati dal torpore, si palesano sprigionando sensazioni 
sopite e mi sento sproporzionatamente sensibile, attenta e  coinvolta in un turbine di struggenti 
emozioni. La maternità ci rende persone migliori perché ci completa. Alcune donne poco coraggiose 
abbandonano i propri figli. Non puoi staccarti un arto e buttarlo nel pattume. Non è naturale. 

Noi due ci siamo e rimarremo uniti sempre. La gente ci sorride, ci fa sentire importanti. Siamo 
coccolati e quando ci guardano con tenerezza, noi siamo felici e ci sentiamo unici e invincibili.
Oggi ti hanno fotografato e mi hanno detto che sei un maschietto. Che strana sensazione avere dentro 
di sé un corpicino col sesso diverso dal tuo. Le donne per natura sono abili a ricevere e contenere. 
Il pene ti penetra e tu gentilmente accogli i suoi semi che lasci germogliare dentro di te, avendo 
cura di custodire al meglio ciò che ti è stato donato. Che meraviglia la natura. Tu, da semplice 
virgulto quale eri, ora sei divenuto frutto e vita. Il tempo passa e ti espandi a dismisura. Non 
posso più contenerti. Sono pronta per accoglierti. Il latte è caldo. Ti aspetto. Ho paura e penso 
che anche tu ne abbia. Ora che dobbiamo separarci mi sento vulnerabile e provo un'infinità di emozioni 
contrastanti. Sento tanto dolore. Una mano mi penetra e fruga nel mio ventre. Rabbia, paura e poi un 
vagito, un pianto, tante risate, sorrisi, felicità e lacrime. Non sei più in me, ma fuori di me, 
sopra di me. Sei caldo, impaurito e incredibilmente piccolo. La luce abbagliante a cui non eri 
abituato, ti sta accecando e non sai nemmeno dove ti trovi, né perché. Piangi. Hai freddo e fame. 

Fra un po' ti nutrirai ancora di me. Sapientemente dovrai attaccarti al seno e succhiare il mio 
latte per saziarti. E' una sensazione nuova, ma appagante. Sei un piccolo guerriero che appena 
nato riesce a guadagnarsi il cibo con le proprie forze. Ciao combattente. Sei giunto al termine 
del viaggio più importante della tua vita. Imparerai a camminare, a parlare, a scrivere, leggere. 
Io ti accompagnerò durante il tuo cammino e ti sarò vicino. Asciugherò le tue lacrime e ascolterò 
le tue paure. Sarò tua compagna e consigliera . Se saprai e vorrai ascoltarmi ti insegnerò ciò 
che ho imparato. Alcune scelte dovrai farle da solo e dai tuoi errori imparerai. Ti farò da guida 
e ti insegnerò a guardare, ragionare, scegliere. Poi ti lascerò solo e tu rammenterai tutto ciò 
che hai appuntato nella tua memoria, attingendo nozioni dal diario della vita che insieme abbiamo 
scritto. Percorrerai viali alberati, strade buie, sentieri illuminati. Vincerai medaglie e 
assaporerai sconfitte. Cammina sempre con fiducia. Volgi lo sguardo verso l'alba, ma non abbatterti 
mai al tramontare del sole. Non vergognarti del tuo pianto, ma abbi compassione per chi vuole 
pietrificarti il cuore. Costruisci dighe per arginare straripamenti, attraversa fiumi e impara 
a remare. Leccati le ferite senza compiacertene troppo e cammina. Vai avanti e non fermarti mai. 

Assapora la vita che ti ho donato e fallo con amore, fiducia e coraggio. Cadi e rialzati. Fermati 
per riposare e poi continua a viaggiare. Quando sarai stanco di camminare, dispiega le ali e vola... 
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17-10-2016 Redazione Oceano Nel legame indissolubile del tempo, che il tempo ama in eterno sospiro, le tue parole sono nuvola e pensiero, turbine d’emozioni che hanno volto e seme generato. Nel per sempre s’erge il principio della vita: amore indiscusso, nell’etere sogno e stelle, nutrite dalla “Lettera per un figlio”.