Mare

(Kofing Dwin)


Forse sono nato da quel tratto di mare, calmo e di color ebano
nelle notti limpide d’estate, sotto una curva di stelle e comete,
o appena mosso, sotto i cieli astratti all’alba,
nel passaggio di nuvole colorate a tempera ,sulla tela di Dio.
Il mare su una spiaggia mi ha posato,
accarezzandomi con la sua risacca,
e mi ha lasciato lì,per amare ed essere amato.
E il vento mi ha svegliato,
soffiando nei polmoni,donandomi vita da vita,mare dal mare.
E io, del mare, ho i riflessi negli occhi,
la pazienza di vele nel vento,
la forza di scogli dove si infrangono le onde,in un turbinio di suoni.
Del mare ho il sapore salmastro sulla mia pelle,
le rughe vivaci scavate dai tanti giorni di maestrale.
E al mare tornerò,alla fine del mio tempo,
sotto un cielo terso al tramonto,
il sole,come sempre da sempre, nel suo blu si nasconderà,
e in quell’attimo,in un trionfo di colori rosso, arancio e fragola,
la mia anima,piano,mi lascerà,
e libera tornerà al mare e sarà di nuovo amata,
da quel mare che è padre e madre,
e vita ad altro corpo darà.
Vita da vita,mare dal mare!