Lago di malinconia

(Fuina Oliviero Angelo)


Bisogna amarla, la malinconia,
per vestirsi delle brume del lago:
uggiosa inquietudine d’acque lente
a confondersi coi piedi del cielo;

l’ipnotico mantra di sciabordio
che allunga polpastrelli alla carena
d’un guscio capovolto, solitario,
a contemplare i placidi Germani.

Canne danzanti strusciano i ricordi
arruffando gli umidi sospiri
nello specchiarsi distorto del tuo volto
sopiti desideri d’acqua dolce.

Lego un rimpianto ad ali di Breva
che dal Sud si leva, morto il Tivano,
sull’onda lunga piango un dolore
sapendo del conforto alle tue rive.

E quando a sera solo il tuo sentore
richiama nello sguardo la distesa
d’acque profonde sopra quel mistero
che irrisolto ondeggia la mia pena.