Il mare e l'orizzonte |
Siamo ali dello stesso gabbiano, come onda delicatamente accarezziamo lo scoglio del tempo, andiamo torniamo verso il cielo terso di maggio, quando i roseti profumano e i sensi si destano danzando sul canto delle cicale. Siamo respiro della stessa emozione, che ruba birichina i colori della natura e s' imbelletta come una donna vanitosa, davanti allo specchio del tempo. Il panama e' là, appoggiato tra le stelle, come certi pensieri che li hai dentro e fai finta che non ci siano. Mani salmastre, usurate dal destino che batte in levante sordo al respiro della vita. Mi lascio andare a un respiro profondo, sento il male di vivere in una cicatrice che stamattina urla. A volte non so cosa fa più male se un dolore fisico o un dolore dell’anima. si proprio la mia anima un campo di croci, dove solo la tua luce può portare il giorno. Si spera sempre per non morire d'indifferenza, troppa gente non conosce più il fremito di una piccola emozione. Mi perdo nel calendario dell'avvento fatto a forma d'albero, provo anche io a sentire la magia del natale che viene, tornano ricordi di un fanciullo reso uomo troppo presto. Ma ci sei tu, il tuo amore che profuma come la primavera, ma ci siamo noi ali dello stesso gabbiano si vola liberi nei giorni che paiono abbiano perso le ore, si danza sulla battigie malate d’autunno riposando tra le barche rovesciate. Chiudo gli occhi, mi sento leggero nell’idea di te. |