I randagi di Marrakech |
Smarriti ai margini delle strade tra i colori opulenti del centro e le periferie polverose di miseria i randagi di Marrakech vagano. Non hanno meta o domani da inseguire né passato a cui tornare, solo il riparo del cielo spento e austero e la fame di giorni mai sazi. I randagi di Marrakech fiutano l’indifferenza nell’aria sporca d’asfalto rovistando disillusi nella plastica dei rifiuti in cerca di brandelli d’umanità distratta. Tepore di carezze non conoscono e chissà se sognano l’amore quando i loro occhi si chiudono su giacigli di pietra e fango o sopra marciapiedi calpestati da passi frettolosi e ciechi. Sono bestie, sono uomini i randagi di Marrakech figli bastardi di uno stesso destino diseredati del cuore emarginati al silenzio dell’alba senza più parole. Ma ogni sera quando sulla città dalle montagne discendono fredde della notte le ombre li senti guaire in lontananza solitari o in branchi dispersi dal vento e il tuo cuore s’abbandona al mare inquieto d’una lacrima mai confessata per fuggir via con loro randagio anch’esso. |