Dal buio delle strade

(Bregoli Fabrizio)


Porgi ascolto, straniero, sosta qui
se ignori l’ombra che scende ai balconi
quando vi batte il sole a perpendicolo
da babeliche altezze sul profilo
dei ragazzi che s’aggettano al giorno.

Schiere accorrono a motori truccati
s’abbagliano ad algide cromature
nei cortili sfiancati di catrame
sotto tetti flagellati d’amianto
vi fanno mostra d’inchiostri indelebili
marchi tribali, rune, frasi a stralci
talismani che danno più coraggio
a braccia ben tornite dai manubri.
Mietono le ore fumando, si sfidano
calciando sul cemento degli spiazzi
il logoro pallone a rombi stinti
vi figgono pupille come lance
come se specchiassero prati, spalti
di stadi che ne popolano i sogni
quando a filo dell’alba non c’è strada
dove il buio li accolga, il sonno attenda.

Accorto, straniero, se scorgi labbra
un po’ stranite nel cerchio dei volti
se mai notizia d’altrove li sfiora
se solo sospettano un varco, un lembo
di spazio più vero del loro
ardente autentico mondo.