Quaternario

Un mare trasparente
Quasi bianco
S’infila tra le rocce quaternarie, 
Diventa specchio  deforma
Il fondo e si ritrae.
Pietre, creature senza vita, 
 Con un fremito si animano
 E seguono il mare,
Al riflesso del sole
Cambiano colore,
Brillano chiedendo l’attenzione.
Una si volta,
Aspetta una parola.
“Da dove vieni”?
Dall'infinito. Come te.
“Da quanto tempo ricordi”?
Tempo? Cosa è il tempo?
Forse una sensazione.
Tanto freddo e un involucro caldo,
 Una madre mi teneva celato.
Poi un’esplosione.
Ero cacciato fuori dalla madre
Con violenza, 
All'improvviso arrivava
la coscienza.
Ricordo.
Giravo su me stesso
Giravo senza fermarmi mai.
Non ero quale mi vedi adesso
Ero tutto uno spigolo tagliente
Con tante caverne nere e frastagliate.
Altre esplosioni venivano da dentro
Mutando la mia forma ogni momento.
Continuavo a girare su me stesso
Senza capire cosa fosse successo.
Ed ecco un elemento nuovo
Mi accoglieva finalmente
Un elemento tiepido
Che mi passava sopra
Si ritirava e poi tornava
Mi sbatteva sul fondo
Mi faceva risalire, 
Accarezzava e sferzava,
Come una madre.
"Il mare?"
Chiamalo come ti pare.
La mia forma mutava, 
Si addolciva,
Guardavo intorno e
Mi meravigliavo.
Eravamo in tanti, tutti uguali
Dal più grande
A quel granello in basso.
Guardavo in alto il firmamento.
Hai mai provato a contare le stelle?
Non puoi contarle.
Eppure sono di un numero finito
Nell’impensabile idea dell'infinito.
Pensi alla vita mettendola nel tempo,
Il tempo è un'invenzione
Per darci una ragione.
Tutti giriamo
Senza mai fermarci,
Tutti giriamo nell'eternità.
Prendimi se vuoi
Portami via,
Non importa dove,
Dal cerchio tanto non potrai mai uscire.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
26-09-2014 Nenzi Vittoria Percezione di eternità e d'infinito sempre rincorsa e mai afferrata nell'immensità della sua idea. Grazie Oceano.
20-09-2014 Redazione Oceano Un’esplosione, erosione, scorrere del tempo all’intervallo perpetuo tra un ciclo e l’altro.
Il cerchio non si chiude perché catena sempre parte di un universo in movimento.
Tra assonanze, voci inanimate e la metafora di un mondo all’origine senza fondo né memoria, l’autrice traccia il suo percorso tra righe cristalline!