S.Felice Circeo
Stanotte, Un concerto ha percosso Le vie del Borgo addormentato. Musica forte. Saliva dal mare, E con il vento Faceva danzare Anche il convento. Poi calma. Quando il chiarore, Ha anticipato il giorno, Le buganvillee illuninate, Violini, note flautate, Suono di campana. Una brezza leggera, Tiepida, Salmastra, Entrava nelle case, Portando l’odore Di vicoli, Di storia. Il Borgo con un sospiro Riprendeva la vita, Lasciando indietro l’incubo del buio, Della notte che sembrava urlare. Il pianto di un neonato, Il canto di una donna, Il cigolio del carretto, Della serranda alzata in fretta, Il richiamo dei gabbiani, Le risa dei bambini. La festa delle campane, Unite alle voci umane, Raccontavano lo scuro, L’incertezza, Di una notte buia ormai finita.
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18-09-2014 | Redazione Oceano |
Poesia fortemente evocativa di immagini e sensazioni. Sembra di percorrere il Borgo schiuso e ritmato in un’ aria madida di note al vento. Un susseguirsi di suoni, profumi, risa che apre il paese alla vita. Nei versi, entusiasmante il passaggio da una sera festosa a un mattino denso di rumori consueti mentre la notte irrompe, buia e incerta, a tranciare l’armonia del tempo. |