Giorno normale
Quella mattina pareva strana, un qualcosa non seguiva il corso normale, se ne rese conto calzando le scarpe. Aveva scelto quei mocassini morbidi, quelli che erano come un soffio ai suoi piedi, sensazione strane le davano… come se camminasse a piedi nudi con la comodità di una tomaia. Ebbene, quella mattina sentiva le cosce pesanti, un dolore si irradiava dall’anca al femore, si sentita tremolante sulle sue gambe, quel dolore incalzante ogni volta che muoveva un nuovo passo. E ancora alla sosta della fermata del bus il dolore si irradiava alle ginocchia, una fitta scavava nella sua rotula con la diligenza di un trapano, con la costanza di una trivella sollecitando la tibia che pareva squarciassi sotto la pressione .. e la giornata era appena incominciata. Il dolore alle braccia era meno importante non sopportando nessun peso , era, comunque presente. Le prime ore mattutine trascorrevano lente tra un compito e un altro, le prime avvisaglie di un mal di testa,quel dolore che non voleva scemare nonostante l’assunzione di quel suo terribile medicinale fuori commercio. Non era proprio un mal di testa, a lei dolevano le ossa del cranio, come se qualcuno volesse schiacciarle la testa come una misera noce …. E non poteva assumere altro per tutto quel lungo interminabile giorno. Percorse il tragitto del rientro come un automa a cui era stata tolta l’energia motoria, entrò in casa, prese una copertina dall’armadio, vi si avvolse completamente dentro stendendosi sul lettino... pochi attimi e un sonno riparatore, ristoratore la trascinò in poche ore di tregua. Al suo risveglio notò che era già buio, aspettò ancora qualche attimo come se non volesse svegliare quei suoi dolori, tastò leggermente la testa, sì, il dolore era sotto controllo, il caldo della copertina, il riposo nel silenzio più assoluto le restituirono una parvenza di vita normale.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
31-05-2015 | Redazione Oceano | Un racconto semplice e incisivo, che s’insinua nel dolore sino a tagliare l’incedere, rendendolo greve e differente rispetto al consueto. Indossare le scarpe più comode non avevano accolto il riposo sospirato e i passi, dall’alba all’imbrunire, rintoccavano il giorno come fosse aggrappato a quell’insano tormento. Nulla di più atteso annunciò la sera e il sonno, quietando il tormento, regalando la “parvenza di una vita normale”. |