Tu che torni
Tacere, non è il silenzio della resa. E' il rumore della contemplazione dell' infinito. Sei goccia di rugiada che si perde lungo il viso che lieve scende come sussurro di neve portando con sé lacrime disegnando un fiore sulle tue labbra. E' la stessa emozione di sempre, trovarti tra i ricordi che abbracciano i giorni che vengono, mi perdo nel suono della tua voce che vibra nelle valli dell’anima. Stremato riposo tra il respiro dei fiori e la carezza di malinconia, eco lontano il fruscio d'ala del tuo respirare sui miei desideri. Non senti che ti cerco, che lascio petali d'incenso sul tuo cammino, che dolce cingo le tue spalle negli autunni infiniti. Dammi un bacio, dimentica il passato, chiudilo nella mia mano, soffierò forte, talmente forte, che la tua anima sentirà il saluto di certi giorni pesanti che scivolano e danzano con la pioggia lungo le vie che poi si dimenticano. Mi ritrovo davanti a te, navigante senza tempo, senza orientamento, solo l'abbraccio d'infinito di mare e cielo tra la salsedine e il profumo buono dell’emozione della tua pelle.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
09-10-2013 | Infante Maria Teresa | Una trasparenza emozionale ,lineare nell''esposizione concettuale e ben delineata strutturalmente, permettendo alle sensazioni di non rimanere imbrigliate nei versi ma di arrivare a destinazione. |