Il mostro

C'è un mostro dentro...
ha denti aguzzi per sbranare i sogni
e unghie affilate
per squarciare i sorrisi.
C'è un mostro, credete,
capace di raccoglier conchiglie colorate
ed aspirare la spuma del mare,
inumidendo l'aria di sangue d'anima.
Raffredda i venti di primavera,
gioca coi grilli,
uccide pettirossi.
Ha occhi color del fuoco
e l'animo di pece...
è terrore per le fate.
Dimora ogni animo bambino
per rubar il sonno
di chi ancor fa di ingenuità dottrina.
La paura è compagna e signora,
la bestia mangia,
beve,
riposa sugli altrui tormenti,
risucchia il veleno
e diventa potenza.
Senza difesa
rinnego gli scudi,
proteggo me stessa
raccogliendo fiori bianchi di purezza
striati di colpe nere.
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01-10-2014 Redazione Oceano Uno squarcio e la tenebra irrompe.
Allo squarcio artigli artigliano spegnendo la luce che infiora i visi.
Dentro un transitivo passivo, le azioni si placano, subiscono e in sofferenza si prosciugano al risucchio tirannico del tiranno: il mostro che fiuta vigile la preda!
Irrompe cibandosi ai sogni, alla forza di sé su l’incauto di turno, desco prelibato in cibo per sé affamato.
Al nome ricorrente, silenziosa e pura, la paura, rinnegata e allontanata, di chi miseria e meschinità non turba nella essenzialità!