Di sera
Dividiamo l’amaro dei nostri giorni sui cuscini bianchi della nostra pelle. Sotto coltri di fumo, dietro i vetri appannati di stanze scaldate da braccia e risa, prese in affitto. Ali di carta di un frate indovino Anima vola! su un ruvido soffio sibillino; la voce di un ventre che geme, appartiene a silenzi, passati a setaccio, su rumori ricorrenti. Respiro fermo, su carteggi interrotti, prende alla gola e dopo fugge; la pioggia incalza e il mio destino si svela: spegneremo le luci delle camere accanto e anche stasera, soli, siederemo di fianco.
data | autore | commento (si può commentare solo se si è loggati) | |
24-02-2015 | Mutarelli Alessandra | L'incalzare lento dei giorni e dei versi svela il senso di grandi solitudini... una voce che geme ed un respiro fermo diventano rassegnazione ed accettazione di condizioni umane da condurre "oltre". | |
24-02-2015 | Redazione Oceano |
Nell’andare dei giorni, ritmati dal tempo, percossi sui solchi di pelle, si allevia il sentire, dividendo il peso per attenuare l’ aspro fardello. Si cerca calore ma non appaga e non colma quel volo che stenta tra muri e orizzonti falciati. I versi incalzano, ora forti ora spenti, nel rassegnato fagotto che accartoccia le ali “Di sera” e riprende il consueto. Ed malinconia del sempre che s’apre nei versi, intensamente intrecciati per arrivare a noi. |
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22-02-2015 | Mutarelli Alessandra | Amare realtà come "giochi di ruolo" di destini svelati da responsi sibillini... Su profonde rassegnazioni, la pioggia incalza... e di sera la mente fugge... | |
21-02-2015 | Vieni Rita | La prima strofa fa porre la mia attenzione su una realtà amara, due soggetti, “Dividiamo l’amaro”… …”Spegneremo le luci”… ove non il cleuasmo ma l’anacenosi che parla, accettando e versando versi in un topos che l’ethos svela: il destino soffoca e incalza e le ombre fuggono destandosi da un torpore che la pioggia mette in evidenza Di sera. |