Incontro

(Tinta )


E’ accaduto.
Avremmo dovuto immaginarlo, no?
Come nel ritornello di quella canzone di Battisti che mi piaceva tanto e che mi faceva sempre commuovere. Sembrava scritta per me.
Eppure non è stato così facile incontrarsi sebbene la nostra città non sia poi così grande e dispersiva.
Le strade sono tutte squadrate e concentriche, gira e rigira ci si trova più o meno tutti negli stessi posti.
Noi no, non ci eravamo mai incontrati da allora in tutto questo tempo.
Era destino dovesse essere lì, nella libreria più quotata della città.
Io sbirciavo tra gli scaffali della sezione “Letteratura erotica” per vedere quante copie del mio libro fossero esposte. Lui mi teneva per mano.
Cosa che tu non avresti mai fatto in pubblico.
E nemmeno in privato, ora che ci penso.
Tu giravi alla ricerca di chissà che, come se avessi di trovare una risposta a qualche tua ansia tra i libri. Blateravi qualcosa ad alta voce.
Pensavo fossi impazzito, che stessi parlando da solo.
Solo dopo mi sono accorta che lei dietro di te, sufficientemente lontana da sembrare due estranei, accelerava i suoi minuscoli passetti e annuiva ad ogni tua parola lanciata nel vuoto.
Istintivamente mi sono avvicinata di più a lui e gli ho stretto la mano.
Lui l’ha interpretato come un gesto di possesso e desiderio: mi ha baciato sul collo nel momento esatto in cui ti voltavi nella mia direzione.
I nostri occhi si sono incrociati, incollati per una frazione di secondo mentre con la testa accennavamo un saluto e abbozzavamo un sorriso.
Siamo persone educate e non avrebbe avuto senso far finta di non vedersi.
Lei ti ha raggiunto ripetendo il tuo nome ad alta voce con tono vagamente isterico, quasi volesse ricordare più a se stessa che a te che c’era anche lei.
Dio, che donna banale che ti sei scelto! Tanto banale da confondersi col pavimento della libreria.
Chissà cosa avrai provato, invece vedendo lui al mio fianco.
Dimmi, bastardo, confessalo per una volta: hai sentito un colpo nello stomaco?
Ti sei sentito rodere dai morsi di una gelosia che non credevi di poter provare?
Di certo non per me, quella che consideravi una povera stupida.
Ma che non lo era affatto.
Io ho saputo scegliere bene.
Sì, lo so, è molto più giovane.
Avrai pensato che una donna della mia età con un uomo molto più giovane risulta patetica, ma del resto non eri tu quello che per farmi incazzare diceva di aver bisogno di carne fresca? “ Per me solo donne dai 20 ai 28 anni ormai!”
Patetiche anche le tue dichiarazioni di intenti.
Io ero sicura che avresti potuto avere carne fresca solo pagando al mercato delle svampite da quattro soldi, convinta che nessuna ti avrebbe preso per quello che eri e amato come avevo fatto io, nonostante tutto.
Lo so: credevi che io sarei morta senza di te.
E in effetti per un po’ è stato così.
Ma poi ho deciso di concedermi un po’ di felicità e amore anch’io.
Adesso vi allontanate insieme: lei cerca di prenderti la mano e tu la eviti con abilità e prontezza indicando un punto non ben definito nel negozio.
Volti di nuovo la testa verso di me. Adesso fingo di non vederti, ma con la coda dell’occhio riesco a cogliere l’espressione di disappunto quando passi alle nostre spalle giusto il tempo per assistere ad un bacio appassionato nel bel mezzo di un luogo pubblico.
Sacrilegio per uno come te restio a forme di intimità così esibite!
Rido dentro di me immaginando le tue gote rosse per la sensazione di lieve smarrimento a cui non eri pronto.
Come il bimbo che si rende conto d’aver forzato troppo la mano e, crac, il suo giocattolo preferito si è rotto. Eppure era certo che sarebbe rimasto sempre lì, che avrebbe potuto usarlo come e quando voleva oppure buttarlo via: ma solo se avesse voluto lui. E invece il giocattolo, crac, di colpo decide di rompersi, come se avesse una vita propria.
E il bimbo sente d’aver perso il controllo sull’oggetto e piange.
Lo so che tu non piangerai. Tu non piangi mai.
Ma dimmi bastardo, dimmi la verità ti sono mancata?
Non hai sentito un fremito strano quando mi hai scorto nel negozio, un inconsueto battito dl cuore? Confessa che ti sono mancata.
Sai cosa faremo adesso quando torneremo a casa io e lui?
Scoperemo come due folli, ci concederemo un piacere che non puoi immaginare. Lo so. Già in macchina allungherà la mano sulle cosce e la infilerà sotto la gonna. Ecco. In questo è simile a te. Era un gesto che compivi anche tu e che amavo molto perché mi dava l’esatta misura di quanto mi desiderassi. Gesto che poi non hai fatto più quando hai deciso che dovevi fare la persona seria nella vita.
Ed ecco ciò che sei diventato.
Sai, è la prima volta che un uomo non si vergogna di ciò che prova per me, che non nasconde la sua voglia di avermi e possedermi senza schermarsi dietro giri di parole, che mi fa sentire bella per quello che sono. Nonostante i difetti che tu hai sottolineato e nonostante la differenza di età.
Lui mi prende in modo inaspettato con una passione che non credevo di poter scatenare oppure accarezza il mio corpo come se fosse l’oggetto più fragile e prezioso che gli fosse capitato tra le mani. Mi rende felice e consapevole di ciò che sono. Di ciò che tu hai rifiutato.
Dimmi bastardo, non vuoi capire come si accaduto tutto ciò, come possa io, stupida femmina aver scoperto questo inaspettato paradiso dopo l’inferno che mi hai inflitto?
Ho ricominciato a vivere quando pensavo che la mia esistenza fosse inutile perché tu mi avevi fatta sentire inutile.
Adesso siete in fila alla cassa. Ora è lei che blatera, blatera…e tu ascolti infastidito.
Dio mio! Come puoi reggere tutto ciò.
Usciamo dalla libreria. Lo guardo alla luce del sole e mi dico che è davvero bello. Allungo la mano tra i suoi capelli e glieli arruffo un po’. Mi piaceva passare la mano anche tra i tuoi, sconvolgere la tua apparente perfezione.
Lui mi prende e mi bacia di nuovo, lì, sul marciapiede mentre la gente si volta ad ammirare e invidiare questa coppia felice. La sua mano scivola lentamente sul mio sedere. La blocco in tempo e rido. Ci dirigiamo alla macchina pregustando l’istante in cui i nostri corpi si cercheranno al riparo di occhi indiscreti .
Ricordi come mi aprivo sotto il tocco delle tue dita, come il mio corpo si inarcava per riceverti e dimostrarti il suo amore?
Vorresti essere qui per vedere quali doti nascoste ha questo giovane amante che mi considera la donna più bella del mondo e mi fa sentire importante, cosa sono diventata ora?
Mentre sono in macchina ripenso alla scena del nostro incontro di qualche istante prima e mi sento meno felice di quanto non fossi poco fa.
I nostri sguardi che si incrociano per una frazione di secondo.
Un messaggio muto tra due persone che hanno deciso di strapparsi l’uno dalla vita dell’altra senza una vera ragione e che si ostinano a recitare il ruolo che hanno scelto ogni giorno.
L’uomo tutto d’un pezzo e responsabile tu.
La donna rinata e felice io.
Ma se avessi potuto leggere nei miei occhi, se avessi potuto capire…
Dimmi bastardo…confessalo una volta almeno che ti sono mancata ogni giorno di questa stupida vita.
Che vorresti essere qui al posto di questo splendido giovane innamorato che adesso mi spoglia con passione, così come io vorrei essere al posto di quella donna pedante e banale che con devozione ti prepara il pranzo.
Perché ci apparteniamo bastardo…
Perché io ti amo …bastardo…nonostante tutto, ancora.