La lupa

(Cagnacci Marzia)


Guidare le dava una sensazione di benessere, di leggerezza, di libertà.
Era lei che scivolava dolcemente verso la vita e non la vita che le si gettava incontro irrequieta, vorace, assalendola e costringendola a difendersi. Andava incontro alla notte. Il buio l'avvolgeva cancellando i contorni alla realtà che la luce del giorno le mostrava netta, decisa, senza pudore. Il buio lasciava spazio all'immaginazione: poteva vedere ciò che lei voleva.

Le luci colorate dei piccoli paesi o grandi città, in lontananza, sparse tutt'intorno alla rinfusa, riuscivano a bucarlo, illuminandole gli occhi e l'anima. Le sembrava di viaggiare dentro un grande albero di Natale; ne udiva il tintinnio; sentiva sulla pelle il calore che emanava l'atmosfera che magicamente creava! I suoi pensieri erano evaporati. Chissà, forse si erano adagiati sulla cima dell'albero e stavano cavalcando la stella cometa in attesa dell'alba per tuffarsi di nuovo nella sua mente e come in una centrifuga, aggrovigliarsi e spremersi in un succo acido che le avrebbe sconvolto lo stomaco!

Ma adesso, stava viaggiando verso la meta, serena.
La lupa che albergava in lei, riposava. Chissà cosa stava sognando! Forse una dolce carezza che le sfiorasse il manto. Anche lei, in fondo, aveva solo bisogno d'amore!
I suoi occhi chiusi non la stavano fissando, non la scrutavano con la bramosia di chi, in agguato, attende di avventarsi contro!
Cosa? Chi?

Su se stessa! Sulla sua insoddisfazione! Sulle delusioni che l'avevano resa ostile alla vita e la facevano sentire una preda costantemente in pericolo! Fuori posto come il tassello di un puzzle che era saltato via e non riusciva più a rientrare nel suo incastro!
Continuava la notte a risucchiarla in questo suo limbo dove il silenzio era il cuscino di questa sua pacatezza dell'anima cullata dalla ninna-nanna del cuore che si confonde con il rombo del motore, sommesso, sonnacchioso, quasi timoroso di infrangere quella quiete.
All'improvviso qualcuno stacca la spina; le luci si spengono e il grande albero perde il suo fascino e il suo tintinnio è divenuto uno squillo insistente...lei, allunga la mano e mette a tacere la sveglia!

E' l'ora di alzarsi.....i pensieri sono tornati giù, pesanti, dentro la sua testa.
La lupa si sta stiracchiando ancora assonnata, si lecca le zampe, scuote la testa. Inizia ad incedere con il suo passo felpato, cauta, guardinga, annusando l'aria, alla ricerca di cibo che sazi la sua fame.

Chissà se qualcuno avrà il coraggio di offrirle un pasto amichevole!
Forse oggi, potrebbe non essere necessario aggredire per sopravvivere, mettere a nudo la preda e nutrirsi di lacrime miste a sangue! Avventarsi sull'anima mentre i battiti del cuore scandiscono antiche melodie d'amore! Forse i suoi affannosi respiri possono essere placati da quella agognata carezza che rende libere tutte le creature affamate d'amore!