Vino rosso

(Giustini Angelo)


Giornata grigia, vento e spruzzi di pioggia sbattono sul parabrezza dello scooter e mi rendono difficoltosa la visuale. Con non poca difficoltà arrivo al parcheggio, sistemo il motorino e mi avvio verso il solito bar dove ogni mattina alle 7,15 faccio colazione. Con un caffè ed un cannolo alla crema tracannati in fretta, riesco a riscaldarmi un poco e mi avvio verso il portone del palazzo dove lavoro. Entro nella stanza, mi tolgo il giubbotto ed accendo il PC sono pronto per iniziare.
Mi accorgo di essere eccitato, prima non ci avevo fatto caso, cerco di ricordare il motivo di tale stato e all'improvviso rammento che stasera ho una cena con menù messicano in compagnia di altri quattro amici, fuori, al paese.
Parto da Roma alle 19,00 e arrivo puntuale al ristorante alle 20,30. Dopo i saluti e gli abbracci con i miei amici, incominciamo a mangiare e soprattutto a bere. La birra corretta alla tequila va giù che è una meraviglia, il corpo si scalda ed incomincio a guardarmi intorno. Vedo una tavolata di 15 donne, altri tavoli con 4 e 6 persone ed al mio fianco sinistro un tavolo con 2 donne che, a prima vista, sembrano mamma e figlia ma non ci faccio troppo caso. La cena procede senza intoppi e verso le 23,30, mentre siamo ai liquori e al caffè, una nostra commensale si sposta e va a sedersi al tavolo dove erano le due donne, evidentemente di sua conoscenza, e si intrattiene con loro. Come se non aspettassi altro, anche io effettuo la stessa manovra e mi siedo a quello stesso tavolo esclamando -“scusate l'intromissione ma ho visto due belle donne e non ho resistito”, suscitando la loro allegra risata.
Erano ormai passate le 24,00, la serata volgeva al termine e improvvisamente, non avendo nessuna voglia di andare a dormire ho lanciato un'idea incosciente - “signori che ne dite di due spaghetti aglio e olio?” Il mio amico Stefano che ha la casa nel centro storico del paese, risponde subito di si rimarcando che però non aveva né il vino né il pecorino.- “il vino lo porto io” ho risposto prontamente e subito Grazia, una delle due signore, si è offerta di portare il pecorino. Detto fatto, andiamo tutti a casa di Stefano e cuciniamo un mezzo chilo di spaghetti e ci beviamo un'altra bottiglia di vino rosso. Così, ridendo e scherzando arriviamo fino alle 3 e mezza e poi ci salutiamo, non prima però di avere programmato un'altra cena per il giorno successivo.
Si lo devo ammettere, ero molto attratto da Grazia, mi era subito piaciuta fin dal primo sguardo al ristorante. Io e lei scendiamo verso la piazza del paese e arrivati alla sua macchina, dopo le solite parole di circostanza la saluto dolcemente sfiorando con un bacio le sue labbra.
La mattina del sabato la dedico alla spesa, con il solito giro all'interno del solito supermercato, alla ricerca dei prodotti necessari per il mio sostentamento settimanale. Nella mente è rimasta l'immagine del volto di Grazia. Non so perchè ma il suo modo di essere molto particolare fa trasparire una carica sensuale che mi ha lasciato turbato. Mi preparo il pranzo, lavo i piatti e poi mi vado a fare la doccia. Continuo a pensare a quella donna e non vedo l'ora che arrivi il momento di partire per il paese, per incontrarla di nuovo. Arrivo verso le 18,00 e vado subito a casa di Stefano per prendere accordi per la cena serale. Stefano mi da una brutta notizia, la cena non si fà più perchè quella sera vengono i suoi figli e quindi lui è impegnato con loro. Mi dice pure che ha avvisato tutti gli altri meno me, in quanto non aveva il mio cellulare.
Rimango piuttosto perplesso e faccio per uscire quando improvvisamente mi ricordo che la sera prima Grazia gli aveva lasciato il suo numero di cellulare per ogni evenienza. Chiedo a Stefano di darmelo e subito dopo lo saluto e ridiscendo verso la piazza del paese.
Arrivato in piazza, digito quel numero e attendo una risposta che dopo qualche squillo arriva.. “ciao sono Marco, ci siamo conosciuti ieri sera al ristorante e poi dopo siamo andati a casa di Stefano, ricordi?”…“ ciao, si ricordo, che mi dici?” … ”sai ero tornato da Roma per quella cena ma non sapevo che nel frattempo fosse stata annullata e così adesso mi ritrovo solo e senza nulla da mangiare, bè poco male andrò a mangiarmi una pizza”.
Incredibile ma Grazia mi dice proprio quello che io volevo sentire.. ”e questa pizza te la vuoi andare a mangiare da solo?”.... “veramente io speravo che tu volessi farmi compagnia, mi farebbe proprio piacere”... “dammi 20 minuti per prepararmi e vengo con te” ...”ok, a dopo “ rispondo io.
Con il cuore in tumulto faccio la salita con la mia macchinina e mi presento presso la villetta dove mi aveva spiegato abitava lei. Puntuale esce dal portone e viene verso di me. Ci salutiamo, sale in macchina e partiamo per la pizzeria. Al tavolo approfondiamo la nostra conoscenza.
Il suo corpo mi suscita impulsi difficili da controllare e credo che la stessa cosa capiti anche a lei, perchè mi sembra molto ben disposta verso di me. Sarà l'emozione o l'eccitazione non so, ma fatto sta che mangiamo solo mezza pizza, beviamo del vino rosso e poi ci avviamo verso casa mia con la scusa di bere un altro bicchiere.
Le verso del vino, sempre rigorosamente rosso perchè è il suo preferito e dopo il brindisi comincio ad accarezzarle il viso, sfioro le sue labbra e subito ci uniamo in un bacio appassionato.
Lei ricambia con ardore, le mie mani percorrono il suo corpo in ogni dove, l'eccitazione sale a dismisura. Le infilo una mano dentro la camicetta e accarezzo il suo seno, scoprendo due capezzoli duri e tesi che la fanno gemere di piacere ogni volta che li stringo tra le dita. Così, in piedi, le apro la gonna, abbasso gli slip ed incomincio ad accarezzarla con un mano, mentre l' altra continua a tormentare i suoi capezzoli. Grazia raggiunge il suo piacere in questo modo, velocemente, gemendo e contraendosi nello spasmo voluttuoso.
Al massimo dell'eccitazione, la faccio sedere sul divano, apro i pantaloni e mi accorgo che lei non appare sorpresa. Prende l’iniziativa, mi sembra di impazzire per il piacere, è bravissima, aumenta e diminuisce il ritmo, gioca con me e poi improvvisamente affonda. Non ce la faccio più a resistere, lei se ne accorge, aumenta freneticamente il movimento ed io esplodo il mio piacere con una intensità sconosciuta.
Sento caldo, un caldo soffocante, smanio, avverto un senso di fastidio che mi rende insofferente, mi gira la stanza, il soffitto si muove in continuazione, una sensazione dolorosa mi pervade e......... improvvisamente apro gli occhi.
Attonito mi guardo intorno, perplesso cerco di riprendere il controllo delle mie azioni, dei miei pensieri e piano piano mi rendo conto della realtà......ho vissuto quell'esperienza indimenticabile soltanto in un sogno.
Lo sgomento e la delusione, si impadroniscono di me.
Accendo la luce, mi alzo, faccio per andare verso il bagno quando improvvisamente un particolare attira la mia attenzione...sul tavolo vedo una bottiglia vuota e due bicchieri sul fondo dei quali è rimasto un poco di quello stesso vino rosso che ho bevuto con lei.
Allora non è stato solo un sogno....è successo davvero!!
Forse si …. o forse ieri sera ho bevuto troppo, non so, mi viene da piangere.