Risultati del concorso: votazione autori
Poesie
Racconti
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1 | Judh | De Michele Maria | |
2 | La lupa | Cagnacci Marzia | |
3 | Lei | Carresi Sandra | |
4 | Nerino | De Michele Maria | |
5 | Mani in pasta | Matilde Ida |
Risultati del concorso: giuria tecnica
Poesie
titolo | autore | ||
1 | L'asfalto della vita | Musicco Mirella | |
Viaggio a ritroso nelle pieghe delle illusioni, delle conferme incerte del sospeso stesso, della quotidianità delle domande, come poesia nell'insaziabilità dell'abbraccio, Noi! Sogni, amori, infanzia, rimarranno le (in)certezze, i compromessi dentro il cammino delle inquietudini, dove l'eternità del viaggio s'immola, amandosi e riscoprendosi in sogni mai rarefatti, anche se, distanti, forse, dal sorriso inesplorato di "delicata, costruttiva follia": compromesso irrinunciabile della stessa vita. Dell'amore! Sull'asfalto della vita l'autrice chiude gli occhi, lasciando al cuore del lettore la capacità introspettiva della propria strada, delle proprie rincuoranti illusioni. Sarà illusione, il viaggio intrapreso, nato e vissuto nell'inscindibile realtà della quotidianità vissuta? In questa poesia; dove i riverberi del tempo, abbracciano e levigano le sofferenze estasianti del vissuto, e mai trascorso, perché estasiati dal calore stesso del pensiero; camaleontici frammenti di viva memoria raccontano di "nebbie senza freddo" di "indifferenze senza pianto", perché nei respiri che doneranno calore la ricerca dell'identità, profumerà nell'anima con "lacrime trasparenti" di mai immaginarie stagioni. Le nostre! |
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2 | La tua carne | Di Paola Claudio | |
"La tua carne" è una poesia elegantemente erotica, dove l'elemento sensuale permea l'intera lirica. Densa di similitudini e riccamente aggettivata, propone al lettore l'avvolgente spirale di due corpi mirabilmente avvinghiati. Fra elementi naturali ed avvincenti parole, si sprofonda inevitabilmente negli anfratti tipici dell'eros in modo lieve e ben delineato. A noi che leggiamo, non resta altro che chiudere gli occhi, lasciandosi trasportare dal flusso magmatico delle parole. |
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3 | Scintilla pensante | Martini Gianni | |
In un poemetto di pochi versi non è facile trattare creativamente un problema così intenso. La solitudine in cui si verifica l'incontro profondo con l'uomo stesso quando si pone domande esistenziali: chi siamo, dove stiamo andando, qual è il significato della nostra esistenza... Dal momento che l'uomo è l'essere mortale e transitorio, se non lascia una traccia della sua anima in un'opera d'arte, nel canto, nella creatività in generale, è come non fosse mai esistito... Quindi la poesia è il feto spirituale da cui si sviluppa la formazione dell'anima che sopravvivrà a noi, come individualità fisica. La poesia, come un fenomeno unico nell'universo, nasce quando la scintilla divina feconda il silenzio, quando Eros si fonde e si moltiplica nell'intero creato e diventa senza tempo. |
Racconti
titolo | autore | ||
1 | Il fiume di pietre | Parlato Nunzia | |
Una esposizione narrativa, intessuta sui fili di una coerenza logica che si srotola parola dopo parola; di connotativa interpretazione, carica di immagini e significati che vanno ben oltre il piano letterale, rendendo lo scritto più ricco e complesso di quel che appare. Evidente una stretta interazione tra forma e contenuto, in cui è il testo stesso il principale mezzo d'indagine laddove l'elaborazione della parola cede il posto all'analisi contenutistico-formale del pensiero espresso, che è comunque di immediata percezione, grazie alle pronte disamine costruttive dell'autrice. Per cui il criptico, di volta in volta svelato, rende la lettura scorrevole e comprensibile nel suo prosieguo. Nucleo centrale tra le righe del testo è la tematica personale e particolare che rappresenta la molla della narrazione; il timore di affrontare gli ostacoli della vita, viene smussato grazie a un incontro rivelatore che costringe la protagonista a reinterpretare il suo vissuto, a far sì che il fiume di pietre su cui si è posata la pacatezza dei ricordi, venga inondato ancora una volta da nuova vita, aprendo gli argini all'amore. |
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2 | Il tailleur fortunato | Cilifrese Anna | |
Tematica di non facile impatto per il contenuto e le problematiche ad essa inerenti; eppure la narrazione, che nulla ha a che fare con la fiaba o l'immaginario, è stata condotta con la maestria di una sagace penna, in un crescendo emotivo che sospende a mezz'aria, nell'avvicendarsi del groviglio di emozioni che inevitabilmente accendono l'ottundimento dei sensi, creando empatia e simbiosi emozionale tra la protagonista e il lettore, in uno scritto dai toni ora pacati, ora forti, ma mai urlanti, in cui l'intelligenza emotiva imbavaglia la brutalità descrittiva evitando una connotazione cruenta nei dettagli narrati. Storia di donna, storia che dovrebbe avere risvolti diversi da quello descritto, se la mano del destino non fosse stata deviata dall'uomo/carnefice che si è arrogato un diritto che non gli compete: spezzare una vita. Anna è una donna come tante, in una giornata qualunque, ignara del destino che la attende. Sarà vittima più volte della sua condizione femminile, fino a perderne la vita; emarginata nel lavoro, svantaggiata in quanto madre e uccisa perché donna. Annientata psicologicamente, eppure non c'è mai traccia di pietismo nel racconto della nostra autrice, nessuna forma di autocompatimento in un resoconto che nel suo epilogo è permeato dal senso di smarrimento in cui una domanda aleggia su tutte: perché? Un perché a cui non ci sarà mai risposta. |
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3 | La lupa | Cagnacci Marzia | |
Notevole e seducente è la forza allusiva, grazie anche ad una straordinaria carica pittorica che coinvolge attraverso appropriarte visioni metaforiche assolutamente originali. Un racconto dal linguaggio accurato e piacevole, che induce a vari livelli di una accurata analisi del testo: retorico, stilistico ed etico-morale. Meritevole dunque, per aver proposto, attingendo alle fiabe e ai miti delle più diverse tradizioni culturali, una figura femminile in versione meravigliosamente istintiva, creatrice, "lupa" fiera e vorace, preda e cacciatrice, passionale ed insaziabile, ma al tempo stesso protettiva, amorevole, romanticamente solitaria e non priva di contraddizioni, paure ed incertezze, sogni e speranze. Donna e fiera insieme, dunque, una immagine appropriata della sua natura selvaggia, dei propri istinti innati, forza psichica potente e prepotente che dà spazio alla creatività passionale e al sapere ancestrale, un tesoro di inestimabile valore, quanto di più vitale possa esistere nell'animo femminile. La scelta dell'epilogo corona efficacemente una plausibile interpretazione del messaggio che l'autrice ci vuole trasmettere. |
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4 | Judh | De Michele Maria | |
5 | L'ultimo respiro | Paglia Luigia | |
Premi speciali
titolo | autore | ||
Premio speciale | Stalking | Bellucci Vilma | |
Per aver osato Lirica che dimostra come la poesia non possa valersi di un target connotativo, e non possa essere attribuita a determinati moti dell'anima, ma di come sia appartenenza allo stato libero del pensiero che si appropria di ogni aspetto , come un crimine in questo caso, della quotidianità e del mondo che ci ingoia e ci sommerge. Un contenuto toccante e attuale, ritmato e cadenzato nell'esposizione incalzante, in cui la metrica lascia spazio all'immediatezza e all'impatto emotivo di versi sciolti, efficaci nel trasmettere l'ansiosa percezione della persecuzione a cui la donna è soggetta, liofilizzando in versi gli stati d'animo che la attraversano e contagiandone il lettore con la sagacia di una graffiante penna. |
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Premio speciale | Nerino | De Michele Maria | |
Per un'emozione Un racconto struggente, una storia di vita, reale e crudele, dove l'indifferenza della quotidianità violenta e uccide la sensibilità del cuore, i valori della "continuità". Già, la quotidianità della stessa vita, dove i pensieri ci conducono nella materialità dell'arroganza, delle scelte di voler vivere con il calore dell'egoismo, delle nullità. Un treno volutamente ignorato per non perdere, e dimenticare l'altro treno, il più importante quello di vita leale, appagandosi per costruttiva ragione di vita, dove il volersi sentire diverso ci condurrà a illuminanti riflessioni di umanità, e altruismo. "Nerino" non è un racconto di vita. E' la Vita stessa. Dove ognuno di noi dovrebbe soffermarsi nel tempio delle riflessioni, interrogandosi, e inseguendo la propria identità, senza l'indifferenza che lo contraddistingue. NERI Nerino NO è ognuno di noi. Noi stessi. Costretti e condannati a morire miseramente in solitudine, tra l'indifferenza che contraddistinguerà l'esistenza di chi ha svenduto, continuando a farlo, i valori per l'altrui, insana coscienza! |
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Premio speciale | Mia Novella | Isceri Marina | |
Per la positività del messaggio Un viaggio toccante nell'animo delle donne, in cui l'autrice ci conduce analizzando i vari aspetti della maternità in un coro di voci discordanti e di emozioni in conflitto... momenti di straordinario smarrimento, confusione, paura, ma allo stesso tempo di commozione ed emozione nel sentirsi donna e mamma insieme, in ogni fibra del suo essere, in un lungo istante da vivere fino in fondo dinanzi all'ineluttabilità del tempo. Come un album di fotografie, dal quale assaporarne il senso verso dopo verso, se ne percepiscono odori, colori, sensazioni, sentimenti, ma soprattutto il valore della vita, e dell'amore "che partorisce poesia". Vi è qualcosa di primordiale, di arcano, di eterno in questi versi dove lo scorrere del tempo non è un dato di fatto, ma una magia; è la verità della vita che è racchiusa in ciò che è così semplice e immenso così come appare agli occhi, fino a toccare le corde più intime del cuore. |
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Premio speciale | Arroganza | Squeo Luigi | |
Per la qualità letteraria Un breve saggio, manifesto del libero pensiero, senza condizionamenti mentali, espressione di una ideologia che prende spunto dal principio illuministico attribuito a Voltaire. Al di là degli aspetti qualitativi, lodevole è il contenuto ed il messaggio che l'autore intende proporre: percorrere la via dell'umiltà, diventata ormai una forma d'arte, una prerogativa di pochi, un valore umano che potrebbe suonare come un'eresia. L'arroganza è vizio comune a ogni latitudine e in ogni ambiente, alla quale occorre contrapporre anticorpi in questo pluralismo planetario che mostra supponenza e disconosce verità assolute. Grazie alla familiare immediatezza delle sue parole, Luigi Squeo ci dimostra una tesi solo in apparenza paradossale: il fragile è l'uomo per eccellenza perché laddove la forza impone, respinge e reprime, la fragilità accoglie, incoraggia e comprende. Sarà un'iperbole... ma ottiene il suo effetto. |
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Premio speciale | Nell'orfano respiro in versi opposti | Fuina Oliviero Angelo | |
Per la musicalità del componimento La poesia di Oliviero Angelo Fuina si staglia nettamente, già dalla prima lettura, dal marasma lessicale di molti scritti contemporanei. Possiede, infatti, in "nuce", un evidente substrato culturale e psicologico che la rendono una lirica da tramandare ai posteri. Seppur complessa ed assai articolata, evidenzia, mirabilmente, alcuni malanni tipici della nostra epoca. Mancanza di comunicazione, indifferenza dialettica (spesso mal celata), scarsa propensione al coraggio amoroso... sono concetti ben espressi che denotano una profonda introspezione dell'autore stesso. Un ottimo viatico verso la conoscenza dell'essere, dove il lettore attento si può specchiare attraverso "i propri sguardi a spillo che bucano certezze". |
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Premio speciale | L'anima dei morti | Quaranta Enzo | |
Storie di vita Un ritorno casuale al passato, un salto nei ricordi cari, quasi inaspettato, in uno smarrimento improvviso che porta la mente al riparo in porti conosciuti e famigliari. Una fabula moderna in cui l'ordine cronologico viene sapientemente interrotto da flashback in cui i demarcatori temporali sono i ricordi dell'infanzia. Una festa commemorativa, quella dei morti, che ha cambiato connotazione, perdendo la sua primitiva originalità e porta il protagonista a recuperare un passato che sente appartenergli, in cui i ricordi assumono valenze affettive intrise di pacata malinconia. Il tutto si svolge in un monologo interiore in cui le sfocature e le dissolvente assumono carattere esplicativo nel ripercorrere il background famigliare con limpida memoria. Merito dell'autore è il corretto uso dell'anacronia nel ricomporre mentalmente le successioni logico-temporali dei fatti rendendo scorrevole la narrazione e il suo intendimento, il tutto intessuto con la voce calda dei ricordi del cuore nel recupero di una parte di sé, irrinunciabile. |