Giorni di febbre

Fino all'imboccatura delle tue tempie inerti 
ho avvicinato palpitanti le labbra prestate 
con la voce delle parole eterne che germogliano 
alla diceria delle preghiere ancestrali alle dee.

Ed in esse ho plasmato la mia presenza con un bacio 
di amore fraterno, di compagno di palla 
assente del tuo nascondiglio, disperato nel tentativo 
per salvarti, che il "grande" rompesse la tua trottola.

Attorno ai lembi del braciere 
mi rimangono ancora i pomeriggi, piovosi, 
di frigorifero assaltato, di complici ricompense 
di tesori di biscotto e cioccolato.

E chissà siano le mie tempie 
quelle che le tue labbra sfiorino 
con le parole di allora... 
Vieni?
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