Stupidi

Tanti stupidi affascinati da fiocchi dorati, abbagliati dall'apparenza, si spellano le mani per 
applaudire consueti luoghi comuni. Troppi stupidi calcano desuete orme:non vedono, non ascoltano, 
non comprendono, mortificano e calpestano. Quanti stupidi distorcendo la realtà, vivono stupidamente:
convinti che siano tutti stupidi, perché hanno perso la capacità di discernere. Intanto che il mondo 
si popola di stupidi, che fanno scelte stupide, sono diventata stupida anche io:per convenienza, per 
stanchezza o forse per rassegnazione. Ma poi, vedo le nuvole diradarsi e riesco ad aprirmi un varco 
fra le siepi. Un viottolo mi conduce in una campagna dove mi attende una vendemmia:pigio l'uva per 
farne un vinello dolce. Mi assopisco e tutto mi pare più leggero, ma solo per un po'...

Nulla muta al mio risveglio: rassegnata mi lascio plasmare come duttile argilla. Riesco ad entrare
nelle formine, nelle bottiglie, nelle scatole vuote. Divenuta fragile materia, frano sotto i piedi 
di chiunque lo voglia e vengo calpestata. Assumo tutte le forme socialmente accettabili. Imparo a 
sorridere delle cose futili. Mi nutro di quell'orribile vacuità, che solo le cose stupide riescono 
a dare, ma poi comincio a sentirmi sola, svuotata, sventrata... Allora comincio a camminare 
all'indietro, come un granchio, per ritrovare il gusto che ho perso lungo la strada. 

Vado controcorrente, inciampo nei miei vecchi passi e finalmente mi ritrovo. Prendo per mano la mia 
me, che vagava smarrita nei folti boschi del niente:la riscaldo dal gelo dell'indifferenza e la 
nutro con la promessa di tanti domani. Indosso le mie ali più belle e volando, osservo con compassione 
un gregge di pecore sbavare dietro falsi traguardi e mi compiaccio di essere quello che sono; perché 
a differenza di chi non è, io per me stessa, voglio esserci sempre...
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18-09-2016 Redazione Oceano Dicotomie d’apparenza lambiscono le tracce di un’apparente normalità. Stridono le consuetudini, le convenevoli riverenze in implosione illimitata nell’essere che boccheggia istanti per ricongiungersi alla vera essenza del sé.