Spettri popolari

( Il mio nome compare
nei titoli di testa
la grana però l’hanno
presa gli spettri )
cit. Le Roy Jones

Uomini libro,
uomini verso,
uomini respiro sotto 
il chiaro di luna;
uomini e così sia!

Uomini lupo nero 
che sbranano la 
luna, e poi,
uomini laccati 
come anatre.

Uomini ripieni
di se stessi, uomini 
zerbino, un saluto e 
una strisciata,
uomini leccalecca.

Uomini totali,
uomini anfibi,
uomini trasparenti
come bottiglie,
vuoti a perdere.

Uomini clown,
uomini Pierrot,
costretti a esibirsi
in circhi che altri
hanno voluto.

E’ stata primavera qui,
nel bel paese e riposa a
sbafo il morto padrone 
sulle spalle, l’autunno 
soffia, ma è l’inverno che 
lava queste bianche strade.

Uomini semidei
semiuomini di 
paglia, rane nel 
proprio stagno,
uomini taroccati.

Uomini finiti,
uomini infiniti,
parvenze di uomini,
uomini frontiera,
signori della guerra.

Uomini a tempo 
determinato,
uomini ‘68; a volte 
ritornano con una 
canzone in più.

Uomini piazza 
Taksim che cantano 
“Bella ciao”, uomini 
Brasile che spaccano 
vetrine col pallone.

Uomini a tre facce 
per il verde, il bianco e 
vada anche per il rosso;
uomini silenzio asfaltati
da uomini rumore.

Grida forte, grida ancora 
più forte la linea di questa
strada, monta la rabbia,
cadono le bende dagli
occhi fermi, svanisce l’età 
dell’innocenza popolare.

Uomini 
“Black & Decker”,
povere donne
buco, uomini
piaga in microcips.

Uomini hard disk
uomini software,
uomini virus,
uomini quindici 
minuti e vado via.

Uomini denaro e
tutto il resto
costruito intorno a
loro, il cerchio magico 
dell’umano padrone.

Uomini serpe,
ma non velenosi
solo costrittori, 
ti fagocitano 
mentre cammini.

Uomini popolo
uomini tricolore
cuciti per il verde per il 
bianco e per il rosso, 
uomini segni di libertà.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
09-07-2013 Redazione Oceano Un inno all’umana decadenza con il ritmo e la musicalità rap. Leggerla e seguire il ritmo con il corpo è inevitabile e coinvolgente, non meno del contenuto e del significato. Ottimo lavoro, Claudio!