Come Don Chisciotte

(una confessione)

Come uno sguardo annego
osservo i miei legami
sull’incertezza antica del cammino.

Una promessa dentro queste viscere
sotto il peso astratto di
un battito di ciglia.

Come don Chisciotte
con le dita pesanti d’inchiostro e
l’anima che non canta più
dell’ultimo mulino.

L’intorno diventa indistinto
in nome della piatta uguaglianza
preda di un angelo divoratore.

Oggi un uomo mi ha
venduto la sua asta da funambolo.

Dalle periferie estreme mi 
sdraio sulle tue danze notturne
mia cara Dulcinea e
sento un brivido fra le
tremule terre dei miei versi.

Provo ad alzarmi da
un indifferente fuoco fatuo
da un’ umida tomba e
segno il mattino che esplode dentro 
come sentiero oltre le 
nebbie della mia biblioteca di passi.
data autore commento (si può commentare solo se si è loggati)
16-01-2015 Redazione Oceano Difficile stare in equilibrio se non si nasce funamboli..eppure come Don Chisciotte..anche noi lottiamo spesso contro l’indistinto, capita a volte che non vediamo nitidezza se la nebbia interiore ci offusca la via..eppure sappiamo che giungerà quel mattino che diraderà la nebbia…
Quale esso sia sta a noi riconoscerlo, l’importante è perseverare!